24 gen 2022

Novità libraria: "Bondì Dolomites. Gente dei Monti Pallidi. Vita Cultura Ingegno"

"Bondì Dolomites" è un ponderoso volume (quasi 500 pagine per 2,8 kg di peso), illustrato da moltissime immagini spesso inedite e uscito poco prima di Natale da Nuovi Sentieri Editore di Belluno.
L'opera nasce da un’iniziativa di tre persone, di provenienza e formazione diverse: Alfredo Weiss, amministratore pubblico e privato fassano e storico Presidente della Marcialonga di Fiemme e Fassa; Renato Constantini Ghea, tipografo e albergatore ampezzano trapiantato a Vigo di Fassa, e Bepi Pellegrinon, alpinista Accademico del Cai e scrittore di Falcade, editore dell’opera.
Il trio ha unito le proprie forze dopo una constatazione e con un proposito, che riassume così: “Scorrendo l’infinita bibliografia esistente sul mondo dolomitico c’eravamo accorti come fosse carente l’approfondimento legato alla quotidianità della vita della gente, alle esigenze di queste fiere popolazioni che, giorno dopo giorno, epoca dopo epoca, sono riuscite a vivere in questi luoghi tanto belli quanto difficili e inospitali. Le ricerche, effettuate con la preziosa collaborazione di tanti studiosi ed appassionati, sono state incentrate sull’ingegno e sull’intelligenza espressa, unitamente ad un ammirevole talvolta smisurato coraggio, da questi uomini e donne che seppero trovare le giuste vie per vivere nelle ristrettezze dell’ambiente montano.”
Avvalendosi dei contributi di circa 50 autori esperti in varie materie, in 50 capitoli il volume spazia a giro d’orizzonte sulla vita, la cultura e le espressioni dell’ingegno proprie delle genti dei Monti Pallidi, da Fassa ad Ampezzo, da Badia al Comelico, dall’Agordino alla Val Gardena, da Zoldo al Bellunese. Ed il sottotitolo “Gente dei Monti Pallidi. Vita Cultura Ingegno”, inquadra pienamente i contenuti; alle comunità che abitano il territorio dolomitico, divise tra due regioni e tre provincie, nonché a coloro che tra le Dolomiti vengono da tutto il mondo come ospiti, la pubblicazione si indirizza con uno spirito aperto e un intento divulgativo.
“Bondì Dolomites” è ricco di informazioni, curiosità e analisi storiche, linguistiche e culturali di livello, intese ad approfondire e far apprezzare l’anima del popolo “ladino”, che per secoli si è sempre impegnato e oggi continua nel coltivare e preservare un ambiente prezioso e benedetto. Il libro parla di alpinismo, architettura, arte, artigianato, cooperazione e mutualità (principale partner dell'iniziativa è la Cassa Rurale Dolomiti-Credito Cooperativo Italiano), folklore, gastronomia, geologia, letteratura, musica, ospitalità, sport, storia, turismo, usanze e altre poliedriche sfaccettature di un mondo antico, sospeso tra tradizione e modernità, conservazione e omologazione, che riesce ancora a bilanciare discretamente, per conservare il bene unico del territorio e far sì che le generazioni possano sempre viverci, valorizzandolo anche per il futuro.
Un plauso va fatto alla grafica e stampatrice, la Tipografia ampezzana Print House, e un piccolissimo rilievo su alcuni refusi, certamente fisiologici in un lavoro di questa portata, ma che non sono sfuggiti ai lettori più pedanti!

8 gen 2022

Un ricordo della "mia" Torre Wundt

Un’immagine di una delle nostre visite all’amata Torre Wundt, che risale all’estate 1984, mi è inaspettatamente giunta ad inizio anno dal compagno di tante avventure Alessandro, che ho rivisto in dicembre in un locale del Cadore, luogo in cui si è trasferito dopo anni vissuti a Roma.
L’immagine ha riportato ancora una volta alla mente la quasi maniacale affezione da dilettante ad una cima e una via dolomitica classica: la fessura Mazzorana-Del Torso sulla parete sud della Torre Wundt, tra i Cadini di Misurina.
Alessandro, Maria Neve, Andrea, Ernesto (disteso) in vetta

La via fu tracciata il 7.9.1938 dal giovane Piero Mazzorana, nato a Longarone e guida in Auronzo dal 1936, insieme al friulano Sandro Del Torso, compagno fra gli altri di Comici, Maraini e Piaz. La via sulla Wundt fu solo una delle cinquantaquattro (secondo Severino Casara; forse qualcuna in più, comprese le varianti) ascrivibili alla guida sulle Dolomiti, dal Sella fino ai Brentoni, e si può ritenere una delle sue più conosciute e ripetute. Mazzorana, che per un quarto di secolo custodì il rifugio Auronzo, si è spento a Merano, appena settantenne, nell’aprile 1980.
La storia dell’itinerario, breve e piacevole ma non banale, si compendia in date e nomi non tutti noti, qui raccolti per puro gusto statistico; 7.9.1938: prima ascensione; 14.8.1942: seconda, Mario Pavesi e Cesare Carreri di Mantova; 25.7.1954: variante, Bruno Crepaz e Piero Zaccaria di Trieste; 13.3.1956: prima invernale, Bruno Baldi e Fabio Pacherini di Trieste; 10.8.1972: altra variante, Diego Zandanel, guida di Cortina, con Giuseppe Buleghin di Milano; 12.8.1981: prima delle salite di chi scrive, con Mario Sanvito di Bologna; estate 1986: riqualificazione delle soste e della via di discesa, Florian Pörnbacher, attuale gestore del rifugio Fonda Savio.
Sulla fessura, che si eleva a soli dieci minuti dal confortevole rifugio, si avvicendano sicuramente sempre cordate da ogni dove. Riguardando la fotografia, in cui siamo in cima con Alessandro, Maria Neve e Andrea, il pensiero è corso di nuovo alle mie 18 salite nel corso di un quindicennio; sotto sotto, spero che i visitatori odierni della Mazzorana ricevano dalla via la stessa gratificazione che fu nostra in quegli anni spensierati, e veniva spesso coronata da un momento simpatico.
Entrando al rifugio per la bevuta finale, i gestori mi accoglievano quasi sempre così: “Sei venuto su per la tua Torre?”

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...