![]() |
Scalata sulla Torre Grande d'Averau, anni '30 (photo: archivio Ernesto Majoni) |
Lacedelli giunse in vetta alla torre l’8/8/1928, con il collega Celso Degasper "Meneguto" (guida alpina patentata dal 1922) e le sorelle Emma e Giovanna Apollonio, che diverranno poi le loro compagne.
Risulta che la Torre, battezzata col nome della villa delle sorelle alpiniste in centro a Cortina e la cui salita presentò difficoltà abbastanza secche, in oltre ottant'anni abbia riscosso poco interesse fra gli scalatori. Di recente però, le vicine pareti della Croda Negra sono state riscoperte e valorizzate dagli alpinisti, che vi hanno tracciato numerose vie di stampo moderno, oggi popolari e frequentate.
Simone Lacedelli, figlio di Antonio "Tone da Rone", guida alpina tra il 1893 e il 1905, era nato il 15/12/1887, e iniziò la professione nel 1912. Arrampicò e camminò sui monti d’Ampezzo fino a tarda età, promuovendo negli anni Cinquanta le gite con guida per adulti e bambini: nel 1955, ancora in servizio, accompagnava due clienti sulla Torre Grande di Averau.
Morì il giorno di San Silvestro 1970, investito da un’auto mentre camminava sotto la neve lungo la trafficata Via Cesare Battisti a Cortina. Un ricordo di Giovanna Orzes Costa – pubblicato sul numero di Natale 1988 di “Le Dolomiti Bellunesi” - ripropose appropriatamente ai paesani e a un pubblico più vasto una vecchia figura di ampezzano, esempio di una vita dedicata alla montagna.