Prima
della Grande Guerra, che cambiò radicalmente la società e l'economia della
valle, oltre ai cinque rifugi del Club Alpino Tedesco-Austriaco, l'Ospizio Falzarego (comunale) e l'Albergo Cinque Torri (privato), Cortina offriva anche alcuni Cabiòte. Semplici ristori più che veri e propri rifugi, situati comunque a distanza dal paese e curiosamente gestiti in massima parte da donne, attiravano sia i turisti dell'epoca che i valligiani.
Il
più famoso fu senz'altro il Cabiòto de ra Méscores, costruito vicino al ponte sulla forra del Rio Travenanzes, a due ore circa di cammino da Cortina sul sentiero per
il rifugio von Glanvell. Gestito dalle sorelle
Franceschi Méscores, spiccava per la cucina sopraffina.
Sulla vecchia strada verso il Passo Tre Croci, in uno slargo di fronte all'ex
Ristorante Malga Lareto, c'era invece il Cabiòto de ra Scèca.
Di dimensioni ridotte, costruito tutto in legno, era gestito da Anna Verzi Scèca, che offriva servizio di osteria e
rustico ristoro.
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Il Cabioto de ra Scèca, prima del Passo Tre Croci, 1905 (raccolta E.M.) |
Un po' prima di questo, sulle rive del piccolo specchio d'acqua detto Lago Scin (sarebbe più corretto il toponimo Laguscìn, che significa semplicemente laghetto), il Cabiòto delle sorelle Majoni Pioanèles, esponeva sopra l'ingresso la pomposa
insegna "Restaurant Lago-Scin".
Lungo
la Strada delle Dolomiti, presso la galleria dalla quale si scorge Cortina, ai primi del Novecento sorse il Ristorante Miravalle, gestito dalle sorelle Angelina e Rosa Colli, figlie di Giacomo Saèrio, già conduttore dello storico Ospizio Falzarego. Nel 1929, la “Guida
illustrata di Cortina” citava l'edificio, aperto fino alla metà del secolo, come "l'isolato Ristorante Miravalle,
sito sull'orlo del bosco".
Un ristoro in legno e muratura, di cui però non so i gestori, sorgeva poi sopra il Miravalle, sull'orlo del bastione roccioso di Crépa. Nel luogo, detto Belvedere, giunse nel 1925 la funivia Cortina - Pocol e nel 1936 fu eretto l'Ossario dei caduti in guerra. Per salirvi, furono aperti due sentieri, oggi ancora agibili: uno che inizia sulla Strada delle
Dolomiti presso la galleria, e l'altro che si dirama, presso la Crosc de Ester, dalla carrareccia che porta da Lacedel a Pocol.
La guida di Terschak citava un altro locale, poco fuori il paese: il Ristorante Al Museo, annesso al
Museo Elisabettino, che "trovasi ad ovest
di Cortina, sopra il villaggio di Ronco", in una "casa
di legno, creduta una delle più antiche della valle. Bellissima
vista. Varie antichità".
Che cosa resta di quelle costruzioni che vivacizzarono il turismo di Cortina tra l'800 e il '900? Poco: forse qualche sasso, alcuni vaghi ricordi e sbiadite fotografie.