Sentirsi un “topo di biblioteca” e un “alpinista di penna”,
sono qualifiche che tornano sempre utili ed emergono spesso. Come a
metà dello scorso giugno, in occasione dell'89° incontro sociale
del G.I.S.M. a Pécol di Zoldo. Durante l'assemblea del gruppo, è stata
nominata Revisore dei conti una gentile signora che non conoscevo.
Sentendo il nome Brunella Marelli, l'ho disturbata per sapere se fosse la stessa che tanti anni fa salì dal versante nord
sulla Cima Nord-Ovest del Cristallo, minuscola appendice del noto 3000 ampezzano,
che sovrasta di poco la Forcella Staunies e sulla quale svetta una croce, issata dal gestore del vicino rifugio Lorenzi, lo
Scoiattolo Beniamino Franceschi “Mescolin” scomparso nel 2001.
Molto
lusingata per la citazione, la signora ha confermato con malcelata emozione di essere proprio lei; ha chiesto come mai ricordassi il suo nome
(ho sfogliato molto spesso la guida Berti, viatico di migliaia di amanti della montagna, e Brunella Marelli è uno dei pochi nomi citati per
esteso), precisando che il suo capocordata, G. Accorsi, in realtà si
chiama C., Claudio, e - ho saputo poi - è cugino e coetaneo del noto fotografo ampezzano Stefano Zardini "Foloin".
La signora Brunella ha evocato qualche flash della salita,
di cui ricorrono oggi i cinquant'anni; ha ricordato la decisione
di allora di avventurarsi sulla parete, già visibile dalla Val di
Landro ma assai remota; le difficoltà incontrate; il fatto che
mezzo secolo fa l'approccio e le rocce erano coperti di neve e
ghiaccio, oggi quasi del tutto assenti.
La
Cima Nord-Ovest del Cristallo (2950 m) fu salita da un alpinista illustre: il Barone Lorànd von Eötvös, che giunse per primo lassù il 10
luglio 1892 con Seppl Innerkofler, guida di Sesto. La vetta dista
pochi passi dalla forcella sottostante, ma a fine Ottocento non
c'erano impianti né rifugi, e la cordata dovette sicuramente partire dal
fondovalle, 1600 m più sotto. Trovo bello ricordare oggi la Accorsi-Marelli, unica e misconosciuta via su una parete “segreta” di una cima dimenticata delle Dolomiti; e ancor più dimenticata dal 25 luglio 2016, giorno di chiusura del rifugio e
dell'ovovia che giungeva a due passi dalla vetta.