In un pomeriggio foriero di pioggia (scatenatasi puntualmente poco prima di riprendere la macchina al piazzale presso l'ex Capanna Ravà), ho raggiunto per la quinta volta una cima che ritengo abbastanza interessante: il Becco Muraglia (m 2271, nel gruppo dolomitico Nuvolau-Cinque Torri).
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Salendo verso il lago di Ciou de ra Maza ... spunta il Becco (photo: courtesy idieffe) |
Salire sul Becco non è cosa lunga né tutto sommato difficile, anche se - data la qualità un po' scadente della roccia - ritengo questa gita adatta ad escursionisti appena un po’
smaliziati.
Seguendo le tracce degli animali che punteggiano lo
splendido bosco del Forame e s’internano fra i baranci e le rocce sovrastanti la strada del Giau, dopo aver sorpreso una famigliola di caprioli,
in tre quarti d’ora dal parcheggio abbiamo guadagnato un comodo e
panoramico colletto erboso, posto proprio ai piedi della parete terminale del Becco.
Da qui alla cima manca una cinquantina di metri; la salita, valutabile di I grado, si svolge su roccia gradinata ma friabile e ghiaiosa, un po' delicata in discesa. In vetta, tra un mucchio di blocchi che sembra frutto di qualche fulmine, dopo un quarto di secolo dalla prima visita, ho ritrovato praticamente intatta (!) la singolare croce, un palo di legno con due piccole tabelle, il cui significato non mi è chiaro.
Il Becco Muraglia ha senz'altro un interesse
escursionistico e alpinistico di dettaglio, ma può attrarre soprattutto chi ama la nostra storia.
La salita, descritta con tanto di immagini nella recente guida "111 cime attorno a Cortina" di Majoni-Caldini-Ciri, che ha regalato all'elevazione un pizzico di visibilità in più, può avere un valore per chi cerchi una meta un po' fuori dal comune, e si accosti ad un angolo dolomitico che - pur abbastanza prossimo ad una strada e facilmente accessibile - sconta ancora una solitudine rara e apprezzabile.