Nella mattinata del 20 febbraio e poi due giorni dopo, complice la situazione climatica generale, che tanti danni sta provocando sull'intera catena alpina, è crollata verso la Val Gravasecca una porzione della Cima Witzenmann (Gruppo della Croda dei Toni, in territorio di Auronzo): il crollo ha coinvolto anche parte dell'attiguo Campanile Vicenza.
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Cima d'Auronzo, Campanile Vicenza, Cima Witzenmann (foto V. Pais Tarsilia da "Le Dolomiti di Auronzo", 2014) |
Senza affrontare giudizi scientifici che non sono in grado di dare, e tralasciando gli stereotipi sulle montagne che si disfano (le Dolomiti sono nate dal mare, e un giorno in mare torneranno...), interessa il dato storico, che a chi scrive il crollo sulla Witzenmann - purtroppo mai neppure passatole vicino, e la conosce solo attraverso le fonti storiche - ha fatto venire in mente.
Il torrione, quotato 2820 m circa, oltre al nome dei germanici Adolf (1872-1943) e Emil Witzenmann (1867-?), valenti scalatori che tra l'800 e il '900 nei gruppi dei Cadini, Croda dei Toni, Popera e Tre Cime lasciarono traccia su varie crode e vie, contiene anche un po' di DNA ampezzano.
Il 7.9.1904, infatti, la cima fu salita per la prima volta dal versante est, per un percorso abbastanza articolato e di medie difficoltà. La conquista spettò al quintetto composto dalle baronesse ungheresi Ilona e Rolanda von Eötvös e dalle attivissime guide ampezzane Antonio Dimai "Tòne Deo", Giovanni Cesare Siorpaes "Jan de Santo" e Agostino Verzi "Tino Scèco".
Non è noto, per ora, se il recente crollo abbia interessato, e di conseguenza in qual misura, il percorso della cordata ampezzano-magiara, che il 18.7.1901 (senza Siorpaes) aveva conquistato anche la vicina Cima d'Auronzo da Forcella dell'Agnello: è verosimile che in oltre un secolo, sull'elegante montagna che ricorda i due fratelli di Dresda, gli scalatori non si siano mai accalcati, e forse il crollo non avrà lambito percorsi di grande interesse e frequentazione.
Ragionando all'indietro, sarebbe curioso sapere come poteva essere la Cima Witzenmann ai tempi dei primi salitori, le giovani e intraprendenti von Eötvös e le loro tre esperte guide.
E capire se mai, giungendo in vetta quel 7 settembre, avrebbero pensato che quella cima imponente, un secolo dopo si sarebbe anch'essa sfrangiata in frantumi crollanti, grandi colate detritiche, pareti e spigoli malsicuri che, se non consegnati all'oblio, dovrebbero essere reinterpretati per un'ipotetica riscoperta dell'alpinismo del tempo andato.
E capire se mai, giungendo in vetta quel 7 settembre, avrebbero pensato che quella cima imponente, un secolo dopo si sarebbe anch'essa sfrangiata in frantumi crollanti, grandi colate detritiche, pareti e spigoli malsicuri che, se non consegnati all'oblio, dovrebbero essere reinterpretati per un'ipotetica riscoperta dell'alpinismo del tempo andato.