27 feb 2021

Punta Nera: 80 anni fa la prima salita invernale

Ricorre proprio oggi l’80° anniversario della prima invernale di una cima sulla quale, scrivendo, rischio di ripetermi, perché è una fonte di tanti ricordi e da sempre mi ispira simpatia e voglia di conoscenza: la Punta Nera del Sorapìsc.
Credo che la prima invernale sia degna di citazione per due motivi: perché fu anche la prima invernale solitaria, essendo stata compiuta il 27 febbraio 1941 da Giorgio Brunner, ingegnere triestino pratico di salite solitarie e già compagno di Emilio Comici; poi perché, grazie alla funivia aperta due anni prima, Brunner riuscì a salire sulla Punta, scendere e rientrare nella casa che aveva affittato nel borgo di Alverà, dopo sole sei ore e mezzo.
Chi segue questo blog saprà che la Punta Nera non è la più alta né la più importante cima del gruppo del Sorapìsc e offre un ambiente selvaggio, un ampio panorama ed una gita non lunga e accessibile all'esperto che non soffra di vertigini. La via consueta, scoperta per caso intorno al 1876 dal cacciatore e pioniere dell’alpinismo "Sandro da Meleres", si dice mentre seguiva un camoscio, richiede circa mezz'ora dalla selletta tra le Crepedeles e i Tonde de Sorapisc, dove passa il sentiero Cai 215, e presenta qualche difficoltà di arrampicata su roccia un po' friabile: servono le mani per l’equilibrio, ma non occorrono funambolismi né attrezzi.
In vetta alla Punta Nera, luglio 2008

Brunner partì in funivia dal centro di Cortina alle 10 del mattino e alle 16.30 era già rientrato: si servì degli sci fino alla selletta sotto la Punta e trovò ottima neve, riuscendo così in un'invernale stranamente ancora ignorata, su una cima che calamita lo sguardo già dal centro del paese, ma tutto sommato rimane in secondo piano.
L’ultima volta che salii lassù con quattro amici, due dei quali purtroppo non sono più qui, rimettemmo sotto l’ometto un libretto per le firme; sul precedente, rimasto lassù per otto anni, i passaggi mediamente non erano più di 20 per stagione.
Strano, perché in un paio d'ore e poco più dalla rinomata zona di Faloria, chi volesse trascorrere alcune belle ore in montagna, troverà una cima con le peculiarità di altre più alte, rinomate e solide: un ambiente grandioso, rocce e cielo, solitudine e pace invidiabili.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...