28 nov 2019

Dieci anni dalla scomparsa di Don Claudio Sacco Sonador

Dieci anni fa di questi giorni, in una notte di luna piena che spronava a lodare il Creato, Don Claudio Sacco Sonador - "prete volante" che arricchiva la missione pastorale con la musica, il canto, la scrittura e la frequentazione della montagna - scompariva tragicamente sotto una valanga, a poco più di sessant'anni, mentre scendeva dal Pore, la cima erbosa che troneggia su Colle Santa Lucia e il Passo Giau.
Lo ricordo con grande simpatia, anche perché ... avevo un "credito" con lui, che era stato dinamico cappellano di Cortina negli anni della mia adolescenza. 
Da ottimo alpinista e trascinatore di giovani qual era, un giorno che ci trovammo all'ombra del campanile, fece una promessa: sapendo della mia passione, mi avrebbe condotto sullo spigolo della Punta Fiames, come premio per il primo esame universitario che dovevo sostenere. L'esame lo superai il 16 marzo 1978, ma lo spigolo in cordata col Don rimase purtroppo una promessa.
Don Claudio Sacco (1945-2009), 
tra i suoi monti (archivio A.A.)
Alla notizia della scomparsa, sulle falde della cima che ho visitato varie volte, mi tornarono in mente due fatti: il patto siglato all'ombra del campanile e la salita della ferrata Strobel sulla Punta Fiames, fatta con Don Claudio e altri ragazzi - all'insaputa dei miei familiari - nell'estate che seguì gli esami di terza media, quando frequentavo la Gioventù Studentesca. 
Un decennio è trascorso dalla salita in cielo di quel vulcanico sacerdote, musicista, scrittore, amante della Montagna; come in tanti altri che lo conobbero e l'apprezzarono, il suo ricordo in me è ancora presente, e mi fa piacere poterlo riproporre.

20 nov 2019

Lino Lacedelli e l'ultima salita

Caro "babo" Lino!
Sono trascorsi dieci anni da quando te ne sei andato. Tante persone ti hanno conosciuto, frequentato e ricordato in modo ampio e degno, e due nuove strutture, la palestra d'arrampicata e una pista di sci a Cortina portano giustamente il tuo nome.
Per cui, con queste quattro righe voglio soltanto rinnovare la simpatia e la gratitudine nei tuoi confronti.
Non ci frequentammo molto, ma non dimentico le occasioni in cui ci siamo incontrati in montagna (la ferrata austriaca del Coglians, 1987; a malga  Tessenberg in Austria, 2002; a Malga Federa, 2003). Ripenso anche a quant'altre occasioni avremmo potuto sfruttare, ma soprattutto a ciò che hai realizzato, con la caparbietà (per questo i primi Scoiattoli ti avevano soprannominato "Testa"...), l'orgoglio e l'umiltà della gente di montagna, la tua famiglia, la tua gente, l'alpinismo e il turismo.
L'esempio e la tenacia che hai sempre saputo dimostrare ci accompagnano. Una robusta stretta di mano, come quelle che erano il tuo famoso "biglietto da visita"!

3 nov 2019

Sulla via Adler al Monte Popena

In una giornata "da urlo", con l'amico Carlo - oggi docente universitario a Trieste - salii per la prima volta la via aperta il 17 agosto 1936 dalla guida di Auronzo Piero Mazzorana con il (o la?) cliente Mulli Adler sulla parete sud-est del Monte Popena, sopra il lago di Misurina; una salita divertente che richiede mezza giornata e si svolge in parete aperta e compatta, con difficoltà medie ma omogenee (quelle che noi cercavamo).
Tornando sotto le pareti, 
a 24 anni di distanza 

Dopo di quella, salii alcune altre volte la via, 150 metri abbastanza aerei e articolati, con ottimi scorci verso le Tre Cime e i Cadini. La buona chiodatura (oggi ci sono spit, allora c'era anche un cuneo di legno) e la discesa facile e veloce, la rendevano ideale per le nostre avventure, e l'ambiente poi ci metteva del suo. 
La Adler è la seconda delle vie che s'incontrano salendo verso la normale del Monte Popena: inizia di fronte alla Guglia Giuliana, poco prima della rampa che raggiunge la forcella tra la parete e i torrioni antistanti, nel diedro che un pilastro forma con la parete stessa. Cinque divertenti lunghezze, di cui la meno facile è quella terminale.
Ultimata la salita, con gioia di Carlo perché saliva lassù per la prima volta, ma anche con mia grande soddisfazione (visto che il 2 novembre di qualche anno prima, la Adler "non mi aveva voluto", a causa di una improvvisa nevicata), oziammo per un'oretta al sole, sotto il cielo azzurro, sulla terrazza della Pensione Al Lago di Valerio Quinz. 
Era sabato 3 novembre 1984.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...