Una delle discese scialpinistiche più impegnative e note in Ampezzo è senza dubbio la parete E della Tofana Terza, che incombe
sull'altopiano di Ra Vàles.
Alta circa seicento metri e non proprio verticale, la parete
conta due vie alpinistiche, aperte entrambe nell’estate 1941: una dal giovane Scoiattolo Luigi Menardi detto ”Igi” con Camillo
Crico e l’altra, un mese dopo, dallo stesso Crico con Müller.
La prima discesa
documentata della parete con gli sci ai piedi, invece, risulta essere quella
del fassano Tone Valeruz, nel febbraio 1977. Il temerario cappellano di Cortina d’allora Don Claudio Sacco Sonador, travolto da una valanga sul Pore nel dicembre 2009, aveva compiuto anch'egli la discesa in quel periodo ma, evidentemente, la sua non fece notizia.
La parete è composta di
roccia non eccezionale, quindi la salita (suppongo molto poco ripetuta dal 1941 in qua) si potrebbe effettuare meglio d’inverno, quando il gelo blocca le pietre instabili e si può
avanzare più veloci e sicuri.
Al riguardo, segnalo una notizia utile per aggiornare la guida "Dolomiti Orientali" di Antonio Berti. Più o meno dove scesero con gli sci Valeruz e Don Sacco, esiste una terza via di salita, aperta il 15/2/1981 da quattro amici di Cortina: Mario Lacedelli, Enrico Maioni, Rolando Menardi (figlio di “Igi”) e Mario Siorpaes.
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courtesy miacortina.it |
Al riguardo, segnalo una notizia utile per aggiornare la guida "Dolomiti Orientali" di Antonio Berti. Più o meno dove scesero con gli sci Valeruz e Don Sacco, esiste una terza via di salita, aperta il 15/2/1981 da quattro amici di Cortina: Mario Lacedelli, Enrico Maioni, Rolando Menardi (figlio di “Igi”) e Mario Siorpaes.
L’itinerario, di cui trovai la notizia su uno dei libri di vetta della Tofana Terza, era stato scherzosamente battezzato “Via Sgamàla Hàla”. Non so quanto sia stato
impegnativo per i quattro coetanei, allora ventunenni; forse
non tutti se lo ricordano.
Anzi, a dire la verità, l'amico Enrico non lo ha dimenticato, e tempo addietro mi raccontava che si era trattato soltanto di una bella e non troppo difficile sgambata sulla neve.
A me pare che il fatto meriti di non essere dimenticato, e per questo lo ripesco dalle cronache
di oltre trent’anni fa e lo propongo su questa pagina.