9 apr 2021

La Croda del Béco, o Cu de ra Badéssa, cima ricca di storia

Discorrendo con alcuni locali, rimasi un po’ stupito del fatto che due o tre di loro conoscessero bene la montagna detta Croda del Béco, ma ancora non sapessero perché veniva, e da molti viene tutt'oggi denominata “el Cu de ra Badéssa”.
La ragione è un po' più seria di quanto il nome possa far pensare, e su questa questione storico-toponomastica degna di un approfondimento ho radunato due notizie.
Ai conoscitori del territorio di Cortina non occorrerà presentare la Croda del Béco, massiccia elevazione del gruppo della Croda Rossa che raggiunge i 2810 m, a sud domina con caratteristici lastroni levigati la Monte de Fòses ed a nord precipita per un chilometro verso il Lago di Braies. 
La Croda sorge sul confine tra Cortina, Marebbe (dove è chiamata Gran Sas dla Porta) e Braies (dove è chiamata Grosser Seekofel), al limite nord del Parco Naturale delle Dolomiti ampezzane. Proviamo a guardarla da lontano, per esempio dalle case di Bigontina: per la somiglianza del duplice dosso finale (il più elevato, con la croce di vetta, è il sinistro) con due giganteschi glutei, molti secoli fa i nostri avi battezzarono il monte, già salito da pastori e cacciatori e reso nota da Paul Grohmann con la prima ascensione turistica, compiuta il 15.9.1874, “el cu de ra Badéssa” (occorre la traduzione?)
Il nome si lega ad un fatto storico. Il crinale della Croda del Béco, infatti, fece per secoli da confine tra il territorio di Ampezzo e quelli amministrati dal convento di Sonnenburg, oggi Castel Badia, in comune di San Lorenzo di Sebato presso Brunico.
A metà del '400, la più nota delle badesse di Sonnenburg, l'energica e bellicosa Verena von Stuben, tentò con la forza di annettere la florida conca ampezzana ai territori soggetti all'autorità del convento, con i quali la cima confinava. Dopo lunghi scontri e mediazioni, nel 1471 la badessa (che tra l'altro si era più volte ribellata all'autorità del potente Vescovo di Bressanone, il Cardinale filosofo Nikolaus von Kues-Nicolò Cusano) dovette desistere e la vertenza per il confine terminò.
La Croda del Béco con il sottostante rifugio Biella
Fu così, dunque, che gli ampezzani presero a chiamare sdegnosamente e con feroce ironia il monte dalla forma tondeggiante, che ricordava loro la prosperosa e odiata suora, “el cu de ra Badéssa”. Questa è l’origine del nome popolare ampezzano, che oggi rischia di impallidire; cruente vertenze per i confini non se ne accendono più, carte e guide riportano il nome Croda del Béco (anzi, più spesso Becco) e chi sale dal sottostante rifugio Biella si dedica all’ampio panorama dalla cima, sorprendendo spesso qualche stambecco al pascolo, ma al riferimento alla storia antica non fa certamente più caso.

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Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...