1 set 2022

88 anni della via Comici sulla Punta Col de Varda

Pur mostrandosi evidente fin dalle sponde del lago di Misurina, la Punta Col de Varda (rilievo del crinale principale del «Ramo di Misurina» nei Cadini omonimi) non è certamente stata la prima scoperta nella zona, in cui i cacciatori auronzani si avventuravano già prima del 1870.
La punta si mette in luce per il profilo piramidale, e da 2504 metri di quota incombe alle spalle del rifugio che ha lo stesso nome ed è unito al sottostante borgo da una comoda seggiovia. Non è semplice accertare chi possa avere calcato per primo l’angusta sommità, quando e come ciò sia avvenuto. È plausibile pensare a un approccio da nord, attraverso le roccette che collegano i ghiaioni con una sottile forcella tra le due sommità in cui si divide la cima (un tempo, il luogo più utilizzato per rientrare alla base); o, forse, per la rampa scanalata che sale in diagonale da ovest a sud, esaurendosi sulla citata forcella e facendo posto ad un'ascensione di gusto ormai antico.
La Punta Col de Varda, da Misurina

È comunque provato che la frequentazione della Punta, avvalorata a partire dagli anni ‘30 del Novecento da alpinisti come Piero Mazzorana, Luigi Castagna, Guido Pagani, Valerio Quinz e fino a Simone Corte Pause, giovane guida di Auronzo, iniziò un giorno preciso. Il 1° settembre del 1934, infatti, Emilio Comici – al tempo guida a Misurina - condusse il maturo Conte Sandro del Torso a battezzare il camino che taglia verticalmente la parete verso il lago e s’interrompe sotto un rigonfiamento, chiave risolutiva dell’ascensione.
La via Comici-del Torso, percorsa per la seconda volta una settimana dopo l’apertura da tre alpinisti, uno dei quali si è accertato che fu lo scrittore Dino Buzzati (legato con l’Accademico di Trieste Renato Zanutti e la giovane Rosetta Orlandi), è la soluzione più elegante e, si dice, più remunerativa per giungere sulla cima.
Sorvolando sui dettagli delle esperienze personali, che ci hanno visto su quella Punta in sei occasioni, non possiamo non ricordare la prima di esse, in cui (ormai oltre un quarantennio fa), sotto l’ometto di pietre della cima spuntò un pezzo di carta firmato dall’ormai anziana guida Mazzorana, giunto lassù da solo poche ore prima di noi, per rivedere probabilmente per l’ultima volta una delle vette del Cadore sulle quali impostò e trascorse gran parte della propria vita.

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...