Nella Guida della valle d'Ampezzo e de' suoi dintorni di Bruno Apollonio, Giuseppe Lacedelli e Angelo Majoni (I edizione, 1905) una relazione invita a visitare un angolo di Cortina oggi messo un po' in disparte rispetto a un tempo. Si tratta della Grotta di Tofana, caverna naturale che in primavera si riempe di numerose, singolari stalattiti e stalagmiti di ghiaccio. “Trovasi a circa 100 m di altezza nella parete della Tofana di Rozzes che guarda verso sud. La via di Falzarego conduce per Lacedel e per Pocòl fin “Su in son dei prade” (In cima ai prati), dove a destra staccasi un sentiero che mena alle cascine di “Ciampo de Fedarola”. Da qui si prosegue attraverso pascoli e boschi fino ai piedi della roccia. L’accesso alla caverna è reso un po’ difficile dalla roccia stessa, che s’erge a picco, nonché da un largo strato di neve su cui bisogna passare. Una cengia munita di buoni appigli e di una corda di ferro conduce all’imboccatura della grotta. Essa è assai ampia al principio, ma ben presto si restringe e si biforca in due gallerie, le quali si ricongiungono a circa duecento metri, formando un immenso 8, di modo che, inoltrandosi in una, si esce poi dall’altra. L’altezza della volta varia dai 5 ai 30 m. E’ necessaria la guida provveduta d’una buona lanterna, onde poter ammirare la strana conformazione di questa interessante caverna. All’entrata il suolo è coperto di un ammasso di escrementi di uccelli. Nell'interno lo stillicidio è abbondante; tuttavia stalattiti se ne scorgono pochi; vi si vedono invece grandi colonne di ghiaccio che si mantengono sin oltre la fine di luglio, e che producono un effetto bizzarro e magnifico riflettendo vagamente la luce delle candele e delle torce.” La relazione ha 105 anni, ma è ancora attuale. Il luogo vale senz'altro la camminata: l’accesso oggi è più breve, potendo far capo al Rifugio Dibona, e la salita è resa sicura da alcune funi metalliche. A chi sia appena un po’ esperto, non serve una guida, ma non guastano un minimo d'attenzione e di prudenza qualora (la situazione è normale fino a aprile-maggio, il momento più adatto per ammirare le stalattiti e le stalagmiti) ai piedi della parete e lungo il canale roccioso che sale alla grotta si trovino neve e ghiaccio.
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
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