Fra il 2016 e il 2017, nell'arco di due settimane, la valle d'Ampezzo ha perso tre coetanei del 1939. Il primo, Luciano Bernardi, è stato salutato in questo blog pochi giorni fa; il secondo, Gualtiero Ghedina, fu annoverato tra gli anni '50 e '60 del Novecento tra i rocciatori dilettanti più forti di Cortina.
Primogenito di Giuseppe Ghedina Basilio (1898-1986) - celebre fotografo di montagna e editore di cartoline illustrate, anch'egli scalatore e conosciuto oltre i confini nazionali - Gualtiero aveva lavorato sulle orme del padre e del nonno Giacinto, propugnatore dell'arte della fotografia a Cortina.
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Durante la prima salita dello Spigolo degli Scoiattoli, luglio 1959 |
Alla fine degli anni '50, Ghedina entrò nel rinomato gruppo degli Scoiattoli. Nelle cronache alpinistiche, il suo nome appare in almeno tre prime salite di un certo rilievo: la parete S del Piz Popena (500 metri di IV e V grado, superata col coetaneo Luciano Da Pozzo il 31.8.1958); lo "Spigolo degli Scoiattoli" sulla Cima O di Lavaredo (500 metri di VI grado superiore, salito con Lorenzo Lorenzi, Albino Michielli Strobel e Lino Lacedelli il 21-22.7.1959 in 21 ore, con 180 chiodi e un bivacco); lo Scoglio Serenella nel golfo di Positano (60 metri di VI grado, superati con Strobel, Lorenzi, Beniamino Franceschi Mescolin e Claudio Zardini il 18.9.1960).
Oltre alle vie nuove, con il coetaneo Luciano Bernardi - scomparso il 29 dicembre scorso - Ghedina effettuò anche la prima ripetizione dell'itinerario aperto nel luglio 1962 da Strobel e Arturo Zardini Tamps sulla parete nord del Bèco d'Aial, presso il Lago omonimo (190 metri di V e VI grado).
Ampezzo e la classe 1939, che in paese conta diverse guide, Scoiattoli e sportivi, non scorderanno certamente Gualtiero "Basilio": oltre ai familiari, parenti ed amici, egli lascia un ricordo nella lunga storia dell'alpinismo ampezzano.