Nello schizzo del gruppo della Croda da Lago che Terschak fece per la guida delle Dolomiti Orientali di Antonio Berti (1928), non se ne trova traccia: nell’edizione 1971 del volume, il nuovo schizzo riporta una cima di 2611 metri, sulla cresta tra Forcella Sinigaglia e un torrione salito nel 1974 e dedicato a Dino Buzzati.
Oltre al nome “Punta Fraio”, delle peculiarità, la storia e l’origine del nome della Punta si sa ancora poco. Siamo riusciti a inquadrarla grazie a una foto vista al rifugio sottostante e a quelle di Sandro Caldini, che nel 2022 con la guida Giacomo Zardini "Jack" salì la cresta N (Sinigaglia-Dimai) della Croda da Lago, passando proprio accanto alla Punta.
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Punta Fraio, dalla cresta Sinigaglia (Foto S. Caldini) |
Crediamo che il nome sia nato a fine ’800, e possa legarsi a due guide del ceppo Ghedina Fraio. Fini e Gandini scrivevano che intorno al 1880 i fratelli Eugenio e Simone Ghedina, di un ceppo familiare oggi scomparso a Cortina, iniziarono insieme l’attività di guida.
Eugenio, classe 1857, esercitò la professione per un breve periodo e morì a soli ventotto anni. Il fratello, detto Scimonùco (1859-1931), fu abilitato nel 1882. Guardaboschi, ebbe fama di abilissimo giardiniere. Come guida fu attivo fino al 1903 e fu quello che si definisce un bel tipo, gioviale e sempre pronto alle battute. Di fronte alle lisce e scivolose pareti del Cristallo, sosteneva – ad esempio – che per scalarle occorrevano i peli sul palmo delle mani!
La guida di Cortina e dintorni di Leone Woerl (1890) fra le guide autorizzate cita anche Simone Fraio; nella Tariffa per le guide di montagna del Distretto Giudiziario di Ampezzo (1898) Ghedina non è fra le guide disponibili ; tra quelle riunite all’Osteria al Parco per l’adunanza generale del 1901, invece, Simone è seduto al tavolo. Le lapidi del cimitero che ricordano le guide e i portatori di Cortina, infine, ricordano solo lui.
Ai Ghedina non si legano imprese di rilievo; il più giovane forse svolse solo attività di guida per montagne basse e non fu coinvolto in maggiori impegni, ma conobbe senz’altro molte cime. Secondo le cronache, il 5.6.1883 Simone fu con Angelo Menardi Malto, Luigi Picolruaz Nìchelo e Giuseppe Girardi (?) nella terza ascensione della Torre Grande d'Averau.
La punta della Croda da Lago – di interesse alpinistico molto relativo – secondo chi scrive fu dedicata proprio ai Ghedina, dai colleghi o da Leone Sinigaglia, che nell'agosto del 1893 fu buon cliente di Scimonùco. Da secoli essa guarda il Lago di Federa e ci ricorda due figure dell’alpinismo ampezzano, una famiglia in estinzione e ricordi remoti di nostalgiche scoperte.