Dopo molti vagabondaggi alpestri, sono particolarmente affezionato al Pomagagnon, la dorsale che incornicia verso N la valle d'Ampezzo e offre svariate opzioni, per camminare e salire cime e pareti dal I in poi. Ho avuto la fortuna di poter salire 13 vette del gruppo: Pezovico, Quota 2014, Punta Fiames, Punta della Croce, Campanile Dimai, III Pala Pezories, Gusela de Padeon, Croda Longes, Croda del Pomagagnon, Testa del Bartoldo, Costa del Bartoldo, Punta Erbing, Pala Perosego. Dato per assodato che il Torrione Scoiattoli, ai piedi delle Pezories, presenta difficoltà dal V in su, e la Punta Armando sulla cresta W del Campanile Dimai non ha rilevanza escursionistica, mi mancherebbero ancora tre vette, due Pale de ra Pezories e la misteriosa Croda dei Zestelìs. Escludendo la Punta Fiames, le altre sono cime poco visitate, ancora abbastanza selvagge nel loro isolamento, e alcune sono ideali per la stagione avanzata quando più in alto la neve ha già fatto la comparsa. So di salite sulla I Pala Pezories, non invece ho informazioni aggiornate sui Zestelìs. Luca Visentini, nel suo libro sul Gruppo del Cristallo, ne suggeriva la salita da N, partendo da Forcella Zumeles, ma un'altra fonte riportava la possibilità di accesso anche da S, dal canalone tra la Croda e l’adiacente Costa del Bartoldo, che si raggiunge per la III Cengia del Pomagagnon e con difficoltà contenute dovrebbe scaricare sulla Forcella dei Zestelìs e in cresta. Come le Pale Pezories, anche questa rimane una cosa da fare. Per ora, perfeziono lo studio della zona vagabondandovi attorno, e immagino cosa possano offrire quelle tre cime che mancano alla collezione, dove l'uomo fa capolino di rado e che, nonostante siano accessibili abbastanza facilmente, sono pochi quelli che si prendono la briga di visitare.
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
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