7 feb 2013

Soddisfazione inversamente proporzionale alla quota raggiunta

La montagna su cui Iside e io pensiamo di aver provato una soddisfazione inversamente proporzionale alla quota raggiunta, è forse il Monte Falcone, cocuzzolo quotato 686 m nel quale culmina l’isola di Marettimo nelle Egadi, la più lontana dalla costa trapanese.
Ad esser sinceri, negli anni abbiamo salito cime anche più basse: il Cocusso (667 m) sul Carso triestino; il Poggio della Pagana (496 m) nell’isola del Giglio; Vulcano nell'omonima isola eoliana (391 m); il Monte della Guardia, vertice dell’isola di Ponza (280 m), e nel 2009 anche il Colle dell'Eremita, "top" di San Domino nelle Isole Tremiti (appena 116 m). 
Devo però affermare che il Falcone, lasciato come “chicca” alla fine di una lunga vacanza ricca di splendide e faticose camminate, è stato un’altra cosa.

Salendo sul Monte Falcone
Photo: courtesy of gulliver.it

Marettimo era, e spero sia rimasta, un'isola selvaggia, più adatta agli scarponi che agli ombrelloni. La sua cima più alta è un luogo di un certo fascino che non pare soffrire di grande affollamento: ci sono una croce e un altare, voluti da un gruppo di bolognesi e – almeno quando la salimmo - in vetta ci vollero vestiti caldi, perché spirava un vento che aveva poco da invidiare a quello della Marmolada.
La salita inizia a quota 0, e i quasi 700 m di dislivello furono più duri di quanto pensassimo: per fare un confronto coi nostri monti, da Malga Ra Stua alla Croda de r’Ancona il dislivello è lo stesso, ma l’impegno globale della gita sembra molto minore!
Comunque, il Falcone non ha difficoltà, giacché il sentiero che sale - non segnalato, ma ben tracciato come i nostri – si svolge nel bosco, nella macchia e infine lungo una cresta affacciata da entrambi i lati sul mare. La zona è priva di strade, rifugi, motori, gitanti fracassoni, bolli di vernice; la solitudine e il panorama che godemmo dalla sommità furono quanto di meglio poteva offrire un luogo scelto per una indimenticabile vacanza.
Guadagnare quel pregevole “686” al largo della costa siciliana, sul quale scarponi e giacca a vento non furono di certo un optional, fu un’esperienza che ci fece sentire “a casa”.

1 commento:

  1. Erny, metti il nome della montagna sulla foto..... ma che ricordi vivissimi ancora oggi.. l'alzata mattutina che in giro ancora non c'era quasi nessuno e quei pochi ci guardavano come fossimo fuori di testa.. ma noi felici, zaino in spalla, via di corsa a conquistare il Falcone...
    Isy

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