18 mag 2013

Sul Col Rosà da nord


25457 ettari di superficie per un comune sono molti ed, infatti, quello di Cortina è uno fra i più estesi d’Italia. Il fatto poi di essere un comune montuoso, significa che le montagne che lo circondano sono molte. Essendo molte, per esplorarle tutte non basta una vita, ed è la constatazione che viene spontanea, pensando alle cime, cenge, forcelle, sentieri, valloni che caratterizzano il territorio d’Ampezzo.
Penso spesso alle esplorazioni che mi mancherebbero, accatastate in un’apposita “directory” del cervello, sperando di poterle chissà quando tirar fuori e completare. Un esempio: spesso mio padre accennava al fatto di aver percorso, non senza difficoltà, l’accesso al Col Rosà dalla Val di Fanes, sul versante nord, ben in vista dalla strada che da Pian de Loa risale la valle.
Quel percorso, appena punteggiato su vecchie carte topografiche, dovrebbe essere stato usato in guerra, giacché il Col Rosà si trovava proprio sul fronte, ma non ho mai trovato notizie su un’eventuale possibilità di transito da quel lato, che - seppure piuttosto ostico - a prima vista non sembra impossibile.
Col Rosà da nord, 23/9/2011
Fasce di roccia si alternano a mughete, ma penso che, zigzagando fra le une e le altre, in qualche modo la facciata sia percorribile. Quella possibilità mi ha sempre attratto: ne è a conoscenza un amico, appassionato come me di stranezze escursionistiche, ma intanto il tempo passa e non ci siamo mai decisi.
Ovviamente, se mai si provasse, lo si farebbe dal basso, per non scendere dall'alto e poi essere magari obbligati a risalire, perché non si passa. Il misterioso versante nord del Col Rosà, sotto l'ampio cengione barancioso dove sbocca la ferrata, calamita lo sguardo ogni volta che passo ai suoi piedi. Osservandolo da Progoito, mi sono visto in mezzo a quella “barancera”, armeggiando in uno dei tanti angoli reconditi di Cortina, dove di sicuro nemmeno in agosto nessuno ti contende il passo.

4 commenti:

  1. ..mitico Ernesto... sei grandissimo!!!

    RispondiElimina
  2. Molto stimolante. Dalla tua foto, a parte il primo scalino, che forse si può aggirare sulla destra, sembrerebbe fattibile. I baranci, dopo essere salito su Ra Pezories direttamente dalla Val Grande, non mi spaventano troppo (vipere a parte, vista la zona). A presto

    Saverio

    RispondiElimina
  3. Post interessantissimo! E' stato questo blog che mi ha dato l'ispirazione di salire il Col Rosà da Nord, già qualche anno fa.
    Ho visto su alcune vecchie cartine una traccia che risale sul bordo del canalone a nord (quello che si vede bene a Pian de Loa al di là del Boite rispetto alla stradina); ma a giudicare dalla foto immagino che qui si parli piuttosto della parete che guarda la Ria Longa, e non ho avuto la fortuna di trovare nessuna cartina che riporti tracce su tale versante. Ho provato a scrutare da diverse zone la parete e, come dice Saverio, mi è sembrato che da Posporcora, mantenendosi tra i mughi e le rocce, si possa entrare sul versante, a monte del primo scalino. Però poi immagino baranci continui... Immagino che anche se un giorno riuscissi a identificare la traccia su una cartina, poi in loco dovrei scontrarmi con mughi continui.
    Per ora ho dato la precedenza ad altre esplorazioni (purtroppo molto poche ogni anno), prima o poi sicuramente vorrò provare. Ernesto se sei in cerca di un compagno per questa esplorazione, mi candido, anche se sicuramente il tuo amico ne saprebbe più di me.

    Grazie per questi post interessantissimi e a presto! (spero che i miei commenti, ora numerosi, non disturbino!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Riccardo, stai sicuro che i tuoi commenti non disturbano, anzi! Il versante N che intendo è proprio quello che guarda la Ria Longa, quello che guarda il Passo Posporcora è la cresta salibile secondo Berti già prima che si costruisse la ferrata. Resta il fatto che, pur con tante possibilità di salita e di arrampicata, oggi il Col Rosà è noto praticamente solo per la ferrata. Ad esempio, pochi salgono per la "via normale" dove tutti scendono: il 447 è un bel sentiero, che consiglio.
      PS: sarebbe interessante ripercorrere le indicazioni del Berti, che fa partire il 447 in due punti diversi più a monte, ma non ho mai capito dove. Il orrido canale che dici l'ho sceso tantissimi anni fa, quando si poteva fare senza eccessivi patemi: oggi non credo sia più tanto agevole, l'ho guardato bene dal basso lo scorso anno.
      Grazie delle osservazioni, continua!
      Ernesto

      Elimina

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...