Ai piedi della Croda Rossa d'Ampezzo, vigilano sui pascoli di Lerosa due sommità d'interesse meramente escursionistico, accomunate da nomi ispirati agli ovini.
La meno elevatA è la Pala del Asco (del montone, 2300 m circa), una cupola erbosa che - secondo un attento osservatore - meritava un nome diverso, forse Pala de ra Valbònes (data la posizione, sulla soglia del circo delle Valbònes, e l'omonimia con un'altra pala nelle vicinanze). Meta invernale di discreto richiamo, è invece trascurata d'estate, pur offrendo una gita tranquilla fuori dai sentieri.
L'altra sommità è la Pala de ra Fédes (delle pecore, 2733 m), primo gendarme della cresta NO della Croda Rossa, salita in solitaria da Franz Nieberl nel 1915 per una via che di sicuro non ha molti seguaci. Anche questa, singolare perché inclinata come il tetto di una chiesa, è omonima di un'altra Pala vicina, sulla quale un tempo salivano le greggi per raggiungere l'alpeggio di Fosses.
Citata in poche fonti, tra le quali primeggia "Dolomiti Orientali" di Antonio Berti, sulla Pala de ra Fédes l'escursionismo si unisce al facile alpinismo. La salita non richiede la corda, ma almeno di sapersi muovere su detriti e roccette un po' esposte e instabili. L'escursione può essere poi valorizzata scendendo sul lato opposto lungo un erto canale con tracce di camosci, che sbocca in Val Montejèla, dove sorgeva fino al 2013 il Bivacco fisso Pia Helbig-Dall'Oglio.
La Pala de ra Fédes è adatta a chi solitamente non si appoggia a cartelli, cartine e teorie di bolli rossi, mentre la Pala del Asco può essere oggetto di una gita più semplice, specialmente se abbinata al vicino Castel de ra Valbònes (2380 m), un suggestivo "carapace" di roccia grigio-scura che si distende sull'imponente Graon de inpó Castel ed evoca le storie dei Monti Pallidi.
Dalla Pala de ra Fedes verso la Croda Rossa (25.9.2014, al tramonto, P.C.) |
Ricordo con piacere le due salite di vent'anni fa sulla Pala de ra Fédes; sapevamo di non essere i primi, ma ugualmente ci sorprese scoprire, in quel remoto angolo del mondo, di due piccoli ometti che identificavano un luogo noto solo agli appassionati di un certo modo di andar sui monti. L'immagine qui sopra, inviatami dal fotografo Paolo Colombera - giunto in cima al tramonto di un giorno d'autunno -, rende l'idea dell'atmosfera che regna lassù.
Ricordo però anche le salite della Pala del Asco e del Castel de ra Valbònes, un tempo regno dei camosci, solitarie e ricche di pace e silenzi. Il circo delle Valbònes è grandioso e merita di essere esplorato con rispetto e contemplazione.
Ciao! Leggendo la tua relazione mi é venuto in mente la mia salita a questa bella cima (Pala di Ru Fedes) qualche anno fa. A quel tempo esisteva anche un libro di vetta....
RispondiEliminaInreressante era poi anche la salita abbinata alla vicina cima Colfiedo o Cima Ra Sciares, situata subito sopra la forcella Colfiedo che in inverno é una gita scialpinistica molto frequentata anche se non sempre fattibile; interessante, perché si tratta di una delle pocchissime cime che NON viene descritta nella famosa guida di Antonio Berti; bella ascensione che oscilla tra il I. e il II. grado; anche lí si trovava un libro di vetta della stessa persona che lo aveva lasciato anche sulla Pala di Ru Fedes; mi ricordo anche di una frase di un alpinista che si era iscritto nel libro: „Stiamo aspettando Luca Visentini.“ Saluti
Grazie delle precisazioni: credo però che il Colfiedo e Ra Sciares, che ha più di una punta (una battezzata anche Punta Gotres) siano due cime differenti...
RispondiEliminaVenti anni fa sulla Pala de ra Fedes non c'erano libri di vetta e nella guida di Antonio Berti (edizione 1971) c'è scritto soltanto che si raggiunge "per erbe e ghiaie" o qualcosa del genere; non è citata l'avventurosa discesa verso l'ex Bivacco Dall'Oglio. Questa cima e qualche altra non ho voluto nominarle nel mio libro "111 cime a Cortina e dintorni" del 2012, per lasciare un po' di spazio all'avventura.
Ciao.