Nel 1967 le guide di Cortina costruirono una ferrata che dal Castelletto permette di salire in vetta alla Tofana de Rozes, prima lungo una serie di cenge che corrono sulla parete ovest (in parte utilizzate durante la Grande Guerra e poi sagacemente collegate fra loro) e infine risalendo l’anfiteatro e la cresta NW. Lo spettacolare percorso, divenuto subito famoso, fu tracciato, segnalato, attrezzato con 1400 m di fune metallica e 216 chiodi e dedicato alla memoria del volontario Giovanni Lipella. Sfido chiunque a sapere chi era costui. Nel volume del 1921 “Il martirio del Trentino”, ho trovato alcune notizie, che riporto per fornire un elemento in più alla nostra storia alpinistica. Giovanni Lipella, originario di Riva del Garda, aspirante ufficiale della 994^ Compagnia Mitragliatrici Fiat, cadde il 15/6/1918 sul Monte Asolone e fu decorato “di motu proprio di S.M. il Re” con la medaglia d’oro, con la seguente motivazione: “Irredento e volontario di guerra, portò e comunicò fede ed entusiasmo nei suoi mitraglieri. Durante l’infuriare del bombardamento nemico corse da un’arma all’altra, tutti incitando con la parola e con l’esempio alla resistenza e alla fiducia nelle sorti del combattimento. Rimasta un’arma senza tiratori e senza serventi ed in una posizione ormai insostenibile, noncurante del violento fuoco avversario, se la caricò sulle spalle e, portatala in altro luogo, riaperse da sé solo il fuoco sulle ondate nemiche. Ferito una prima e una seconda volta, continuava a tirar fino a che, colpito ripetutamente al petto, cadde offrendo alla Patria la sua bella esistenza”. Non conosco l’anno di nascita del Lipella, ma presumo che quando morì avesse circa 25 anni. Sul terreno e sulle numerose pubblicazioni consultate, non c’è alcuna traccia della sua vita e dei suoi meriti, e mi auguro che queste righe possano servire a ricordare un volontario caduto per la patria ed onorato con uno dei più famosi e suggestivi percorsi attrezzati delle Dolomiti.
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
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