Misteri dell'informatica! Volente o nolente, per non so quali cause sono costretto a "rifondare" il mio blog, che da adesso in poi si chiamerà "Ramecrodes 2", ma sarà sempre lo stesso e riprenderà lentamente a raccontare cronache, curiosità, episodi, storie di montagna, in Ampezzo e non solo. Cominciamo dunque con un pezzo gastronomico. Durante l’estate, generalmente non gradiamo troppo andar per rifugi, e rispetto all’inverno è meno frequente che, nelle nostre escursioni, facciamo tappa espressamente in qualche rifugio per l'ora di pranzo. Con i rigori invernali, ovviamente, come ogni escursionista abbiamo piacere di finalizzare la camminata alla sosta in una malga o rifugio, per mandar giù qualche cosa di caldo e mettere un piatto gustoso sotto i denti. Dopo numerosi anni di frequentazione delle strutture ricettive alpestri nel circondario ampezzano e pusterese con qualche incursione in Cadore e Comelico, non è assolutamente nostra intenzione stilare una graduatoria in base all’accoglienza, alla simpatia, alla buona cucina, alle tariffe favorevoli; sarebbe antipatico e in questa sede politicamente poco corretto. Intendo soltanto comunicare che il metro di paragone che utilizziamo nelle trasferte, prevalentemente pusteresi perché di qua dal valico di Cimabanche quella purtroppo è una pietanza introvabile, è lo “smorm” ampezzano, ossia il “Kaiserschmarren” tirolese, la frittata dolce e spezzettata, servita con marmellata di mirtilli rossi o, talvolta, con frutta sciroppata, un’autentica delizia senza essere troppo pesante né troppo calorica. E’ un piatto che, insieme alla minestra d’orzo o ai canederli, ci fa spesso compagnia, quando saliamo ad una malga o un rifugio del Sudtirolo, e in conformità a quello, misuriamo generalmente il ricordo e la predilezione per quel determinato luogo. La classifica ha un valore puramente interno, ma siccome in questo campo la memoria ci soccorre spesso, sono ormai diversi i luoghi nei quali ci rifacciamo vivi volentieri per numerosi fattori, non ultimo quello gastronomico; perché siamo certi che lì, se non cambia il cuoco, dovremmo sempre trovare uno “smorm” caldo, abbondante, saporito e accompagnato da un’ottima marmellata. Che volete, credo che il camminare d’inverno sia godibile anche, soprattutto, per questo!
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
28 nov 2010
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