Il rifugio di cui parlo è una scoperta del 2010, per ora solo estiva. Si tratta della Baita del Cacciatore (Jägerhütte), posta a 1850 m sui pendii del Monte Elmo in Val Pusteria, a lato delle piste di sci che scendono a Versciaco. Su una guida dei rifugi dell'Alta Pusteria che ho in biblioteca, ho iniziato per curiosità a spuntare le malghe e i rifugi già visitati: ne mancavano, e ne mancano ancora, pochi: e uno era la Baita del Cacciatore, fino allora mai sentita nominare. Ci siamo saliti in luglio, chiedendo informazioni in un bar a Sesto. Non avendo però capito il punto esatto d'inizio della gita, ci siamo avviati verso l'alto direttamente dalla strada che giunge in paese, dove avevamo notato uno dei tanti cartelli che in ogni punto cardinale segnano la Baita (ben indicata, non c'è che dire!). Attraverso i prati siamo usciti su una strada forestale, dove abbiamo incontrato una famiglia che soggiornava a San Candido e conosceva bene la zona. Insieme a loro siamo saliti per un gran tratto, meravigliandoci della lunghezza dell'approccio, peraltro comodo e piacevole. Giunti finalmente alla Baita, appollaiata su un ripido costone, tutta in legno e con una caratteristica “Stube”, sulla cartina ho visto che salendo per qualche chilometro lungo una delle strade che collegano il paese di Sesto coi masi più alti, avremmo camminato forse la metà. Ma è andata bene così, e per il ritorno abbiamo scelto una variante che ci ha permesso di visitare la ”Waldkapelle”, rustica chiesetta di tronchi immersa nel bosco, costruita dai contadini di Sesto durante la Grande Guerra per avere un luogo in cui pregare dopo la distruzione del paese. La gita ci è piaciuta, l'accoglienza nella Baita anche e, pur non essendo sciatori, vorremmo tornare lassù anche d'inverno, magari trovando una via più breve.
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
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