Compirà tra breve settant'anni la prima salita invernale di una cima ampezzana: la Punta Nera. Ritengo la salita degna di nota per due motivi: primo, perché fu anche la prima invernale solitaria, essendo stata compiuta il 27/2/1941 da Giorgio Brunner (1897-1966), triestino esperto di scalate invernali che era stato compagno di Emilio Comici; secondo perché, grazie alla Funivia Faloria aperta due anni prima, Brunner riuscì a salire in vetta, scendere e tornare all’appartamento che aveva affittato nella frazione di Alverà, in sei ore e mezzo soltanto. Ho scritto spesso della Punta Nera perché m'ispira una grande simpatia. E' una cima di medio impegno alpinistico: la via normale, infatti, individuata nel 1876 da Alessandro Lacedelli da Meleres mentre inseguiva un camoscio, richiede poco più di 30 minuti dalla stretta forcella tra le Crepedeles e i Tondi di Sorapis, dove transita un sentiero segnalato, e presenta difficoltà di I su roccia friabile, dove le mani servono giusto per l’equilibrio. Brunner partì con la funivia da Cortina alle dieci e alle quattro e mezza era già di ritorno: usò gli sci fino alla forcella ai piedi della Punta e trovò ottima neve, aggiudicandosi così una invernale di valore e inspiegabilmente ignorata dagli ampezzani, su una cima imponente ma tutto sommato poco battuta. Due anni fa, il 26 luglio, con Adriano, Mario, Mirco e Paola abbiamo riportato in cima un libro per le firme: negli otto anni precedenti erano state registrate mediamente venti firme per stagione. Strano, perché con due ore e poco più di marcia da Faloria, l'alpinista che intende trascorrere una giornata in relax trova una punta con alcune grandi caratteristiche delle vette alpine: grandi panorami, grandi silenzi, una grande pace.
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