Ho scoperto solo nel 1997 la Punta Erbing, il risalto più a E del sottogruppo del Pomagagnon, che oltre la Punta declina verso Sonforca con un paio di altri rilievi. Nel 2009 vi sono salito per la 6^ volta, e anche in questa occasione lassù non ho incontrato nessuno. Obiettivo di una pregevole escursione al margine di zone molto più frequentate, a S la Punta presenta una parete alta 350 m, mentre sul lato opposto un pendio sassoso percorso da un sentiero aspro, ma facile e tutto segnalato, consente di giungere in vetta. Penso che fosse stata raggiunta già in tempi antichi per motivi venatori o topografici: la Punta ebbe il nome dal primo salitore, che superò nel 1905 con le guide Dimai e Verzi la parete che guarda Cortina, per una via oggi dimenticata. Nel 1942 Luigi Menardi e Antonio Zanettin aprirono sulla stessa parete una via più difficile, che chiude la storia della montagna. Per salire, da Forcella Zumeles si continua lungo il sentiero che aggira a N i Crepe de Zumeles. Traversato un bel bosco pianeggiante coperto di massi, si supera un ripido e franoso canale, poi alcune roccette e con una serie di zigzag su ghiaie e zolle erbose si giunge sulla forcella ai piedi della Croda dei Zestelis, al termine della via attrezzata della III Cengia. Per la breve ma esposta crestina finale si giunge in cima in pochi minuti. Un ometto e una rozza croce di rami accolgono i pochi visitatori di una montagna visibile da Cortina, ma credo fra le più solitarie della valle intera.
Giorgio, Giacomo e Ernesto in vetta, 20/08/2009 |
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