13 set 2012

Il Cristallo ... da lontano


Il Cristallo ... da lontano
(Col Siro, 26/7/2012, foto M.G.)
E' già passato del tempo dal giorno d’agosto in cui, con due amici, salii per l’ultima volta sul Cristallo. In seguito, osservandolo da lontano e pensandovi, mi è preso qualche volta il desiderio di tornarvi, perché credo che - tra i “3000” di Cortina e dintorni - il Cristallo sia senza dubbio il più completo e stimolante per un alpinista, esordiente o provetto che sia.
La prima volta in cui giunsi in vetta era il 13 settembre, proprio come oggi: eravamo tre ragazzi, 56 anni in totale. Data la gioventù e quanto vi attiene, l'ascensione mi parve abbastanza semplice, ma mi entusiasmò e così, una volta a valle, la esibii con orgoglio ad amici e conoscenti.
Rividi di nuovo la cima meno di un anno dopo, al culmine di un'estate frenetica; passò poi una decina di stagioni fin quando, un lontano primo settembre, in vetta ci colsero una nebbia e un freddo tale da impedirci anche la necessaria sosta per ripigliare fiato. Tornati al Passo del Cristallo, preso dalla fame volli almeno sbucciare un’arancia: pareva di vetro, e così la colazione, dopo quella fatica, fu davvero misera. Ma quella giornata rimase a lungo negli annali per tutti.
Ero di nuovo sul Cristallo a Ferragosto dell'anno seguente; scendendo lungo il Graon de ra Cerijeres, a uno di noi capitò un disguido che avrebbe potuto avere risvolti molto seri, ma che risolvemmo con la spensieratezza di quegli anni; completai infine la cinquina nell'ultima "grande estate" (alpinistica, intendo).
Dal Passo Tre Croci (in barba al buon Visentini, secondo il quale la salita richiede in media 6 ore e mezzo) salimmo in vetta nel folle tempo di due ore e 55 minuti: un'ora e 50 per i 1013 m di ghiaia che portano al Passo e 65 minuti per la via normale, ovviamente senza mai legarci. La discesa fu altrettanto precipitosa, e la birra da Germano a Son Zuogo ebbe un gusto indimenticabile; quel giorno mi sentii quasi un reduce da qualche impegnativa battaglia.
Non ci credo poi tanto, ma talvolta, quando la guardo, incrocio le dita con l'auspicio di poter calpestare una sesta volta una delle più belle montagne della mia valle.

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