Sessant’anni fa gli Scoiattoli di Cortina valorizzarono le montagne di Cortina - che esploravano assiduamente ormai da una dozzina d'anni - con tre prime invernali e due salite di VI.
Iniziarono la serie Lino Lacedelli, Guido Lorenzi e Albino Michielli, salendo il 18 gennaio in 9 ore la S della Tofana di Rozes, per la via aperta nel 1901 da Antonio Dimai, Agostino Verzi e Giovanni Siorpaes con le baronesse Ilona e Rolanda von Eötvös.
Dalla scalata, compiuta dagli Scoiattoli con l'idea di affrontare lo stesso inverno un percorso ben diverso, la Solleder sulla parete NO del Civetta (salita poi nel 1963), Michielli uscì con un congelamento ai piedi.
Poco dopo, sul Cristallo, Beniamino Franceschi, Candido Bellodis e Elio Valleferro superarono in giornata la via Dallamano-Ghirardini per parete O.
Il 9 marzo, infine, fu realizzata l'invernale che oggi ricordo, sessant’anni dopo. Ne fu teatro la Croda Rossa d’Ampezzo, affrontata per la prima volta nel 1865 da Paul Grohmann con Angelo Dimai Deo e il cacciatore Angelo Dimai Pizo.
La Croda Rossa da Valfonda, 23/10/2011 |
Poco prima della vetta, i tre commisero un errore di giudizio che fece fallire la salita: il successo toccò poi a Whitwell con Christian Lauener e Santo Siorpaes, nel 1870.
Nel 1915-18 l’Esercito austriaco installò un posto d’osservazione in vetta, che forse doveva funzionare tutto l’anno, ma non si sa se fu usato. Per la prima invernale della Croda Rossa si dovrà attendere il secondo dopoguerra.
Vi riuscirono, infatti, Lino Lacedelli, Ugo Pompanin, Guido Lorenzi e Angelo Menardi Milar, allora Segretario del Cai di Cortina, il 9 marzo 1953.
Passata la notte al Cason dei Cazadore, i quattro si mossero prima dell’alba, in una giornata che si preannunciava splendida, e per la Val Montejela giunsero in cima alla levata del sole.
Prescindendo dalle difficoltà della salita che. peraltro, d'inverno furono certamente maggiori, la prima invernale della Croda Rossa fu una bella salita. Nel febbraio 2003, a Malga Federa, Lacedelli mi raccontava che per il quartetto, allenato com’era, fu “soltanto una gran bella gita”, compiuta per “soffiare” la primogenitura ai romani che battevano a tappeto le montagne d’Ampezzo e di Braies.
Dal 1953 la Croda Rossa, forse l’ultima grande cima dolomitica salita d'inverno, è stata raggiunta altre volte tra dicembre e marzo. La seconda ascensione, nel 1967, spettò proprio a uno dei ”romani”, Marino Dall’Oglio, ottimo conoscitore della zona, con la moglie Klara e la guida Bruno Menardi Gimmi.
Secondo Dall’Oglio la salita fu più facile di quella estiva, perché il freddo bloccava tutte le pietre mobili rendendo più sicura la roccia, nota per la sua consistenza che in qualche luogo è inquietante.
Oggi, per quanto siano cambiati i tempi e le attrezzature, la cima non è mai affollata nemmeno d'estate; ad onore della storia, mi è parso doveroso ricordare i quattro (dei quali rimane ancora solo Pompanin come testimone), che il 9 marzo 1953 chiusero la conquista "pionieristica" dei nostri monti.
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