Debbo
confessare una verità, che mi brucia un po’: non ho mai trovato il "la" per salire le due Cime del Laudo, che dominano la conca verde del Ciadin del Loudo.
Sono passato spesso ai loro piedi, ho anche scrutato dall’alto il
canale che consentirebbe di salirle, con fatica ma senza grandi
difficoltà, ma mi è mancato lo sprint per conseguire due
vette ignorate dalla massa dei camminatori.
Ho poi saputo che per alcuni anni un amico
vi saliva almeno una volta a stagione: di certo uno dei rarissimi
estimatori della zona! Di una delle due cime però, qualcosa so: qualche lustro fa cercammo di salire l’unica via di roccia
della Cima O, aperta da Piero Mazzorana e compagni nel luglio del 1935
sulla parete N, ai piedi della quale si dipana il sentiero che traversa da Forcella Faloria
al Rifugio Vandelli.
La parete in questione, dalla Cima NE di Marcoira, luglio 2003 |
La parete su cui sale l’itinerario, una
delle poche vie alpinistiche sulle due cime, è cupa: non
ombrosa ma strana, stratificata a pance grigie e friabili. Secondo le fonti, la via presenterebbe difficoltà limitate, sulle quali però la guida
Mazzorana usò anche un chiodo di sicurezza. All’epoca, già provati dalla marcia d’avvicinamento da Tre Croci, attaccammo molto gasati: le prime cordate erano friabili e malsicure, ma speravamo
che, salendo, le cose migliorassero.
Le soste erano tutte da inventare: quando avvolsi una fettuccia per fermarmi attorno a un pilastrino
coperto di licheni bluastri, questo (evidentemente disturbato,
dopo millenni di quiete), oscillò paurosamente, minacciando di
rovinarci addosso. La cosa minò le nostre motivazioni e ci fece cambiare idea in fretta.
Parte in
arrampicata e parte a corda doppia, rifacemmo in fretta la metà di via già superata, tornammo a casa con le pive nel sacco e da quella volta la
Cima del Laudo N scomparve definitivamente dalle nostre fantasie.
Sarà anche per quello che non ho più osato
curiosare nemmeno sulla via normale, che peraltro raggiunge le due sommità dal più inclinato versante opposto?
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