Siro chi? Era certamente più "ladino" l'antico oronimo “Crépo de ra Ola”, suggeritomi in una lontana chiacchierata dall'ex guardacaccia oggi scomparso Alberto Śachèo, rispetto a quello attuale, che risulta dalle carte e credo sia relativamente moderno, “Col Siro”!
Mi riferisco al nome del singolare rilievo foggiato quasi a cupola, magramente pascolivo sul versante che guarda la Punta Nera e la Zesta del Sorapis e
roccioso su quello opposto. Quotato 2300 m circa, il Col Siro si eleva isolato sull'alpeggio della Monte
de Faloria, un po' discosto dagli impianti di risalita, e può essere l'obiettivo di una semplice e piacevole, quanto originale escursione nota anche agli sci-alpinisti, che inizia da Forcella Faloria, poco lontano dal rifugio Capanna Tondi.
Sul Col Siro, fine luglio 2012 (foto Mirco Gasparetto) |
Non vale forse la pena
partire da Cortina (anche se chi scrive lo ha fatto quasi sempre) con il proposito di dirigersi solo sul Col Siro; fatti i conti, però, possiamo considerarlo una cima vera e propria, battuta ab antiquo dai cacciatori, e forse dai pastori che inseguivano qualche capo sfuggito sulla Monte. Se la vetta non ha pregi alpinistici, da essa si gode un panorama molto ampio, quasi a 360 gradi: Pomagagnon, Cristallo, Zesta Punta Nera, Croda Rossa, Popena, Tre Cime di Lavaredo ...
L'ultima volta che ho calcato la sommità del Col Siro, dov'era ancora intatta la piccola croce di rami di mugo che Iside e io avevamo piantato nove anni prima, era la fine di luglio 2012. Ero con l'amico Mirco, venuto a trovarmi da lontano col proposito di visitare l'angolo di Dolomiti identificato da quello strambo toponimo. Salito e disceso il colle, chiudemmo la breve gita col pranzo e un'oretta di riposo al sole - neanche fossimo reduci da una grande scalata - sulla terrazza della Capanna Tondi, raccomandabile anche per il belvedere sulla valle d'Ampezzo.
L'ultima volta che ho calcato la sommità del Col Siro, dov'era ancora intatta la piccola croce di rami di mugo che Iside e io avevamo piantato nove anni prima, era la fine di luglio 2012. Ero con l'amico Mirco, venuto a trovarmi da lontano col proposito di visitare l'angolo di Dolomiti identificato da quello strambo toponimo. Salito e disceso il colle, chiudemmo la breve gita col pranzo e un'oretta di riposo al sole - neanche fossimo reduci da una grande scalata - sulla terrazza della Capanna Tondi, raccomandabile anche per il belvedere sulla valle d'Ampezzo.
Quel giorno avevo salito per la quarta o quinta volta una montagna irrilevante per chi cerca la roccia pura e pressoché ignota a chi non esce dalle tracce battute, distante solo un'ora e mezzo dalla stazione a monte della comoda funivia di Faloria, usufruendo della quale il dislivello in salita si riduce a poco più di duecento metri.
Nonostante la brevità e la semplicità dell'approccio, ritengo che anche il Col Siro abbia qualcosa da dire ad un camminatore curioso e attento. E' la Montagna che mi attrae in questi anni affaticati: minore, umile, fuori dalle rotte levigate da migliaia di passi e spesso alterate da gradini, ponti, scale e scalini, ma ricca di fascino e poesia.
Nonostante la brevità e la semplicità dell'approccio, ritengo che anche il Col Siro abbia qualcosa da dire ad un camminatore curioso e attento. E' la Montagna che mi attrae in questi anni affaticati: minore, umile, fuori dalle rotte levigate da migliaia di passi e spesso alterate da gradini, ponti, scale e scalini, ma ricca di fascino e poesia.
Voglio andare anch'io a vedere il Col Siro. Grazie del suggerimento!
RispondiEliminaMi farai sapere se ti è piaciuto. Buona gita!
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