Chi è convinto che a Cortina, soprattutto nella stagione turistica, manchi un angolo isolato, riservato e silenzioso ove trascorrere qualche ora guardando il cielo, non conosce Cortina a sufficienza.
Discostandosi dalle mete lisciate da migliaia di passi e muovendosi verso direzioni meno scontate, anche in agosto - infatti - è dato scoprire boschi solitari, cime disertate, forcelle mute, dove potersi ritrovare a tu per tu con se stessi.
Uno di questi luoghi è la Cima NE di Marcoira (2422 m): una montagna di accesso abbastanza breve ma comunque non banale né banalizzata, che tanti locali non sanno nemmeno dove sia. Una vetta che salta agli occhi a chi transita sul Passo Tre Croci ma comunque, non rientrando fra "le 100 più belle" non sarà mai gettonata come altre cime vicine e famose.
Di una possibile "via normale" la guida Berti, diffusa fino alla mia generazione, non dice nulla. Fino alla fine degli anni '80, nemmeno io avevo mai preso in considerazione l'idea di raggiungere la vetta della Marcoira dal lato più semplice: poi la salii un paio di volte con gli amici e intorno al 2000 la cima cominciò a attirare qualche visitatore in più, per merito di un mio articolo uscito sulla
rivista "Cortina" e del primo libro di vetta, un piccolo notes collocato lassù il 10.10.1999, nel giorno in cui gli Alpini scalarono molte cime delle Dolomiti lanciando razzi tricolori per la fine del secondo millennio.
Sulla Cima NE di Marcoira (foto E.M., luglio 2003) |
Anche se la sottostante Forcella Marcoira e la adiacente Forcella del Ciadin e i sentieri che le attraversano, rientrando nell'area Faloria-Lago del Sorapis, sono mete ambite e calpestate da migliaia di turisti, sulla
Cima, dalla quale scendono verso le forcelle pendii erbosi ripidi e tappezzati di stelle
alpine, si gode un isolamento regale.
Nota ai
pastori che per secoli monticarono gli ovini nella verde conca del Ciadin del Loudo, esplorata tra gli anni '20 e '40 del Novecento da alcuni appassionati (Casara, Castiglioni, del Torso), che ne scalarono pareti e spigoli, la Cima offre oggi una distensione assoluta.
Per giungere sulla piccola ma comoda sommità, ci vuol mezz'ora da Forcella Marcoira, sulle peste di pecore e camosci, e il tragitto non è difficile anche se postula un poco di attenzione. Se già fra gli alberi di Tardeiba, via via che si sale, risuona la voce del silenzio, sulla Cima NE di Marcoira ci
si può sentire assai lontano dal mondo: lo afferma chi ha perseguito spesso mete di quel genere, ogni volta con intima soddisfazione per il risultato conseguito.
La "Marcoira" è una gita abbastanza breve, ma rappresenta senz'altro un’esperienza alpinistica di notevole spessore, e così la ricordo, dopo averla salita quasi una decina di volte.
La cima è molto bella anche in versione invernale, ed ancor meno frequentata [url=http://mtb-dolomiti.blogspot.com/2015/04/freeride-or-riding-free.html]link[/url]
RispondiEliminaBravo Petek! Io non sono un invernalista... ma d'estate l'avrò salita 10 volte.
RispondiEliminaCiao.
Ernesto