29 ott 2015

Le cavernette sulla cresta di Ra Ciadenes, nascondiglio ideale

Nei momenti di tensione che sempre più pervadono il nostro tempo, credo che in molti aspiriamo a trovare un luogo in cui - potendolo fare - rifugiarci per sfuggire alle banalità e ai rischi per la salute fisica e spirituale che ormai quotidianamente la vita ci impone, dal livello paesano a quello nazionale e oltre. 
Con un po'  d'ironia, da anni sostengo che, qualsiasi cosa accadesse, dovendo scegliere un luogo specifico della valle d’Ampezzo come "rifugio anti-atomico", l'avrei già pronto. 
Si tratta delle tre piccole caverne affiancate che, con occhio attento, si possono individuare dalla SS51 d’Alemagna nei pressi del ponte sul Ru de r’Ancona ma, seppure visibili, se ne stanno quantomai isolate. 
La zona in questione, da In Col
(foto E.M., 16 maggio 2010)

Le caverne caratterizzano la vasta dorsale di vegetazione e rocce che dal crinale tra Ra Ciadenes e la Croda de r'Ancona scende sulla strada, sulla sinistra orografica del Rio de r’Ancona. 
Allineate su una cengia allo stesso livello, furono sicuramente realizzate durante la Grande Guerra dagli Austriaci, per alloggiarvi un presidio dal quale controllare la prima linea nemica. La chiave per raggiungerle sono tracce sempre più labili, seppur indicate da radi bollini rossi (forse anche ripassati da chi - oggi convinto a miglior causa - per un periodo si divertiva a "facilitare" molti angoli reconditi delle nostre montagne).
Le tracce partono dalla SS51 poco dopo il ponte e rimontano la ripida e dirupata costa, fino ad incrociare in alto altre tracce, che da Ra Ciadenes - I Śuoghe traversano al Busc e risalgono sulla Croda de r’Ancona. Ho frequentato molto la dorsale e anche alle caverne sono salito alcune volte, sempre in bassa stagione perché il versante è ben soleggiato, e ideale da percorrere con temperature più miti. 
L’isolamento del luogo è, mi piace dire, altissimo; l’atmosfera che lo caratterizza è di "wilderness" quasi totale, e per questo - nella mia fantasia – penso che salire lassù significherebbe accomiatarsi veramente dal consorzio umano. 
Certo, per installarsi nelle cavernette, anche seguendo la vita spartana del primo conflitto, ci vorrebbero abiti, acqua, coperte, legna, radio, viveri e ciò che la vita ci chiede di possedere; ciononostante ogni tanto immagino le cavernette di Ra Ciadenes come un nascondiglio ideale in caso di bisogno!

5 commenti:

  1. Quel tizio che andava in giro per le Dolomiti, imbrattandole di bolli, frecce e quant'altro di rosso e` andato incontro ad una generale riprovazione e non credo vi saranno epigoni in tempi brevi e forse non ce ne saranno mai più. Oggi ritengo assai più pericolosa la proliferazione di ferrate "atletiche" (e purtroppo Cortina ne e` un esempio, mentre in Val Gardena la "Pertini" e` stata smantellata un anno fa). Tuttavia, e qui temo di incontrare la tua riprovazione, qualche infisso spartano in certi percorsi, non lo disdegnerei (ho in mente la prosecuzione verso Sud della Cengia Gabriella). Invece sono favorevole alla presenza di "discreti" ometti di pietra: e' proprio grazie ad uno di essi che sono riuscito a trovare il passaggio dalle Meisules dala Biesces alla strada del Passo Gardena (che molti, anche autorevoli, descrittori di itinerari dolomitici ritenevano inesistente). Ed anche a certi vecchi segnavia sono affezionato: nelle Alpi Liguri ne ricordo una breve serie, che non ho utilizzato, essendomi avventurato per quel percorso in discesa, che segnalava, a chi saliva, l'inizio dell'unico passaggio per vincere un'apparentemente invalicabile muraglia rocciosa e raggiungere dalla Val Revelli un'ormai abbandonata capanna di pastori sotto il Monte Zucco. Ne ricordo alcuni (rarissimi) nelle Marmarole che servirono a rincuorare mia moglie, quando ormai disperava di raggiungere il fondovalle prima che facesse buio. E poi quasi mi commuovo vedendo quell'unico antichissimo segnavia su di un grosso masso ormai sepolto dai baranci che rassicura l'avventuroso che decida di salire all'altipiano di Crespeina per la Val Lietres. Questi segnali di presenza umana risvegliano in me lo stesso senso di "precaria" sicurezza che anima Nives Meroi quando segue le impronte del marito nelle loro imprese extraeuropee. E a questo proposito, per concludere in un trionfo di incongruenza, non posso dimenticare i due sentimenti contrapposti che genera in me la vista di impronte, spesso molto vecchie, nella neve durante i miei solitari giri invernali, lungo percorsi troppo facili per interessare chi è veramente bravo e troppo avventurosi per gli altri: da un lato un rassicurante "qualcuno e' gia' passato di qua" (e spesso questi deboli segni mi hanno evitato spiacevoli peripezie); dall'altro un marcato ed ancora piu` forte disappunto "maledizione! qualcuno e' gia' passato di qua!"
    Ciao

    Saverio

    Del rifugio anti-atomico non saprei che farne: non voglio sopravvivere a me stesso, figuriamoci agli altri. Quanto invece al luogo che a me ispira più serenità, forse sarà banale, ma e` la casa del guardiaboschi in Valbona. Un mio sogno, irrealizzabile, sarebbe quello di passare lì alcuni giorni, magari di inverno, per assaporare la pace di quel luogo (credo che la leggenda di Mesurina mi abbia influenzato non poco).

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  2. Leggo sempre con interesse, Saverio, i tuoi commenti, soprattutto quando ricchi d'aneddoti. Ma di quel paventato incontro in quel di Cortina se n'è più fatto niente? Il nostro Ospite promette ma poi non invita? :D E se scegliessimo la stagione fredda per vederci?

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    Comunque son più pessimista di te riguardo gli epigoni di cui sopra: lui è stato un caso eclatante - se parliamo di quello dell'Oltre Piave - ma purtroppo non unico. Ha infatti già passato il testimone - ops - la bomboletta ad altri dopo di lui, che se anche non sono nuove generazioni sono perpetuatori delle medesime esecrande gesta. E comunque la moda è sempre stata diffusa, anche sul Cernera c'è stata una valorizzazione da parte di un locale che probabilmente non è né uno sciocco né un fanatico, eppure ha rovinato uno splendido percorso noto da tempo e mai segnato prima...

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    1. Caro Kaa, nel commento all'ultimo post di Ernesto, scrivo che mi farebbe piacere incontrare te e Riccardo, che non conosco, ma i miei passaggi a Cortina sono ormai occasionali. Si potrebbe pero` tentare di organizzare qualcosa (preferisco l'estate, perchè sono diventato vecchio e mi muovo poco in auto in quella stagione, anche se non disdegno i percorsi invernali, come si vede dalla "mia foto" che ho inserito nel profilo Google). Intanto accontentiamoci di questi incontri virtuali. Ciao

      Saverio

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  3. Io mi affido a Ernesto, lui ha la mia mail, se ha anche la tua gli dirò di scambiarcele, così è più semplice. Poi col prossimo disgelo ne parliamo, allora. Io di sicuro sarò in zona...

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    1. Ha anche la mia e l'autorizzo a dartela. Allora ... a presto

      Saverio

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