Nel tardo pomeriggio di un giorno di giugno, ci trovammo in beata
solitudine al Passo (o Forcella) Posporcora, valico boscoso che separa le pendici dei Tonde de Cianderou dal Col Rosà, pilastro angolare del gruppo
della Tofana.
Il Passo, quotato 1711 m e dal toponimo arcano, dovrebbe essere il passaggio meno elevato tra i monti d’Ampezzo, e agevola la comunicazione fra la Valle del Boite e la Val Travenanzes.
Prima di diventare strategico nella Grande Guerra per il trasferimento delle truppe italiane verso il fronte, fu per secoli al centro del transito più breve per condurre il bestiame da Cortina ai pascoli di Travenanzes, e per questioni di alpeggio fu spesso teatro di
dispute fra i regolieri.
Citato da Grohmann come belvedere sulla valle e
le montagne di Cortina, oggi Posporcora si è piuttosto rinselvatichito, e fra le piante si fa quasi fatica a distinguere le vette delle Pezories e del Pomagagnon, che lo fronteggiano, di là dalla valle.
Pur essendo di comodo e facile accesso, risulta però che il Passo sia frequentato - in proporzione - quasi meno da camminatori che da bikers, i quali (non so esattamente perché) da anni adorano fare lo slalom lungo la Val Fiorenza.
A Posporcora si sale comodamente da Pian de ra Spines, oltre Fiames, per le regolari e strette serpentine (numerate col 409, per l'esattezza) tracciate dagli italiani durante la Grande Guerra,
che rimontano l'impluvio densamente boscato dal romantico nome di Val Fiorenza.
 |
| Ruderi italiani della Grande Guerra sotto il Passo Posporcora (foto E.M., 2004) |
In un punto della valle, qua e là sconvolta da qualche frana, si troverebbe il Souto del
Ris-cia, risalto dove, in un remoto inverno - un ampezzano della famiglia Hirschstein, avvallando legna con la slitta, uscì di
strada distruggendo la slitta e disperdendo il carico. Pur avendolo cercato, però, non l'ho mai esattamente localizzato.
Per chiudere queste divagazioni su un bell'angolo del mondo: sul far della sera di un giorno di giugno, in cui era comparsa anche la
pioggia, lassù a Posporcora - meta di tante escursioni, prima e dopo di quella - oltre a neppure un alito di vento, non trovammo un'anima.
Riuscimmo così a goderci appieno alcuni attimi irrinunciabili, di pace e di tranquillità nella natura.
Riuscimmo così a goderci appieno alcuni attimi irrinunciabili, di pace e di tranquillità nella natura.
Proprio quest'anno, in cui per la prima volta dal 2006 ho trascorso "ben" 4 giorni a Cortina, ho valicato per due volte il passo ed nella prima ho deciso di riposare corpo e mente proprio sulla panca che si trova immediatamente sotto al Passo. Erano almeno 20 anni che non passavo di là e ho trascorso qualche attimo di completa serenità. È vero, gli alberi ormai precludono la vista, ma dopo la gioiosa indigestione di immagini che ti riserva la Val Travenanzes o i magnifici panorami che puoi goderti traversando alto dai Tonde de Cianderou, una piccola pausa anche per gli occhi è decisamente gradevole. A proposito, era giugno, ma di gente, soprattutto in MB ne ho incontrata parecchia.
RispondiEliminaCiao
Saverio
Caro Saverio,
Eliminanel ringraziarti per le tue osservazioni, ho corretto il post inserendo il riferimento ai bikers che scorrazzano per la Val Fiorenza. Anche se piena di biciclette, rimane sempre un bel posto.
Ciao.
Ernesto