Giorni or sono, davanti a una pizza, parlavo con l'amico Enrico di una via alpinistica che ho ripetuto spesso e apprezzato: la fessura sud-est della torre dei Cadini di Misurina dedicata al Barone von Wundt, salita per la prima volta da Piero Mazzorana e Sandro del Torso il 7.IX.1938.
Enrico non era a conoscenza della notizia, minima per la storia ma curiosa per me, della seconda salita della via, famosa grazie all'anche troppo comoda vicinanza al Rifugio Fonda Savio, per il quale la Wundt rappresenta un lucroso “Hüttenberg”.
La prima ripetizione della fessura, la cui scoperta si dovette all'intuito della giovane guida auronzana, autore di ben 60 vie nuove solo nei Cadini, e di un ottimo alpinista di Udine all'epoca già ultracinquantenne, risalirebbe al 14.VIII.1942.
La compirono due ventenni mantovani, che si chiamavano Cesare Carreri e Mario Pavesi e stavano trascorrendo tra i monti di Auronzo una licenza dal servizio militare, prima di rientrare al Corso Ufficiali d’Artiglieria.
Ho trovato il riferimento in un bel libriccino, pubblicato qualche anno fa da Cecilia Carreri, figlia di Cesare, per le edizioni "Mare Verticale": "Alpinismo degli anni ’40. Frammenti di alpinismo dedicati a mio padre”.
Tra l’altro, i mantovani avrebbero ripetuto la via Mazzorana con una breve variante, che però non si sa dove si svolga e non ho trovato in altre fonti.
Secondo il loro racconto, nel 1938 la guida di Auronzo aveva piazzato sulla via un unico chiodo: forse era quello usato da tutti i salitori fino a trent'anni fa, quando la fessura fu attrezzata - alle soste e in discesa - con anelli cementati, che accrebbero la sicurezza, ma tolsero quel po' d'avventura che dopo mezzo secolo era ancora in grado di dare ai visitatori.
Il "Mazzorana" era un chiodo ad anello che ricordo ancora bene, infisso sulla sosta ai piedi della parete nera che dà accesso al camino superiore, e si vede sulla destra nell'immagine qui di fianco, scattata il 27.VIII.1984 e facente fede della mia limitata carriera.
Mentre parlavo di montagne con l'amico Enrico, volavo ancora una volta con la fantasia sulle guglie dei Cadini, nella verticale fessura che spesso non vede il sole. Ad essa, luogo eletto per quasi venti belle avventure, so che di recente un cedimento della roccia nella prima cordata, purtroppo ha lasciato una ferita.
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