Lo
spigolo sud-est della Punta Fiames, una delle formazioni rocciose di maggior fascino della conca ampezzana visibile fin da San Vito di Cadore, ha una storia ultrasecolare. Venne salito, infatti, per la prima volta il 19.8.1909 dall'alpinista di origine russa Käthe (Katherine) Bröske (1870-1929), che frequentava Cortina ma, per l'occasione, preferì una guida forestiera, Francesco Jori di Alba di Canazei.
Lo spigolo Jori della Punta Fiames, tra sole e ombra (da summitpost.org) |
Dopo la prima salita, complice la lunga stasi del movimento
alpinistico dovuta agli stravolgimenti della guerra, lo
spigolo - inspiegabilmente sfuggito ai locali, che avrebbero avuto le carte in regola per aggiudicarsi la prima
salita - rimase dimenticato per anni. Il 3.8.1922 Angelo Dibona (da poco tornato alla professione alpinistica, dopo aver onorato la divisa austro-ungarica su gran parte dell’arco alpino orientale) fu il primo ripetitore dell'itinerario, ritenuto il più difficile fra quelli aperti a Cortina sino alla Grande Guerra.
Lo affiancavano Enrico Gaspari Becheréto, brava guida patentata l'anno prima e attiva per poche stagioni prima di emigrare in Inghilterra, e due coetanei del 1896: Giulio Apollonio, ingegnere che conseguì vari riconoscimenti in campo alpinistico come progettista di bivacchi fissi, e Agostino Cancider, autore di varie salite tra cui - con Terschak, Siorpaes e Sperti - la seconda della via Dibona sul Campanile Rosà, completata con la traversata a corda sull'innominata guglia adiacente (29.10. 1920).
Per
ripetere lo spigolo, il quartetto impiegò 7 ore
dall'attacco. La terza salita spettò ad Antonio e Angelo
Dimai Deo, padre e figlio, che il 6.9.1926 vi guidarono Alberto Re dei Belgi e P. Noll; nella quarta, ventitré giorni più tardi, tornò Dibona, con il collega
Luigi Apollonio Longo e il britannico Edward de Trafford.
La
quinta ascensione, seconda con una donna, risale invece al 15.5.1927. Marianna Dimai, figlia di Antonio Deo e audace scalatrice fin dalla giovane età, superò lo
spigolo con due guide coetanee della classe 1903: il fratello
Giuseppe, patentato da un paio di stagioni, e Celso Degasper Meneguto, attivo dal 1922.
Da allora, nonostante sullo spigolo fosse stato posto un
libro per le firme - di cui però ci mancano testimonianze - non fu praticamente possibile seguire le ripetizioni della via; oggi sarebbe interessante, conoscere almeno i dati della
prima solitaria, della prima invernale e di alcune salite importanti.
Rimane il fatto che, a 108 anni dalla prima ascensione, la Jori è ritenuta ancora, soprattutto dagli alpinisti tedeschi ma non solo, una delle scalate più rinomate ed emozionanti delle Dolomiti.
Rimane il fatto che, a 108 anni dalla prima ascensione, la Jori è ritenuta ancora, soprattutto dagli alpinisti tedeschi ma non solo, una delle scalate più rinomate ed emozionanti delle Dolomiti.
centomila visualizzazioni! Un bel traguardo o meglio una splendida tappa intermedia. E grazie ancora per tutte le bellissime storie che ci hai raccontato e che ancora ci racconterai.
RispondiEliminaUn abbraccio
Saverio
Grazie a tutti i lettori, e soprattutto ai più fedeli!
RispondiEliminaRaccontare storie diventa via via più impegnativo, ma - come si è visto in quasi dieci anni - la Montagna è sempre prodiga di aneddoti, emozioni, racconti, proposte e sensazioni.
Fino a che ci sarà tutto questo, e la voglia di raccontare, non sarà un peso farlo, nemmeno su questo blog che ha 100.000 visualizzazioni.
Buon tutto a tutti.
Ernesto