Nel romanzo storico “Sete di libertà e d’amore”, ambientato nella Cortina del secolo XVI e edito nel 2001, lo studioso Giuseppe Richebuono - muovendosi a cavallo fra mito e storia - ipotizzava che già nel 1500 in valle si fossero avute le conquiste di due montagne: il piccolo Bèco d’Aiàl e un indefinito "Pomagagnon".
Fuori dalla storia documentata, l'autore collocava dunque le salite nel Medioevo, assegnandole a due ampezzani: Biagio di Col col padre Andrea la prima, Biagio da solo la seconda.
Aldilà della verosimiglianza dei fatti, cui sarebbe lecito anche credere (di eventuali scalate anteriori al 1863 ben poco sappiamo), piace pensare che una delle antiche conquiste di monti a Cortina riguardi il "Pomagagnon": e poiché quella dorsale si articola in varie elevazioni, magari la Costa del Bartoldo (il nome però non è antichissimo), la più conosciuta - anche se solo la terza in ordine di altezza - tra le cime che incorniciano la conca verso nord.
Cortina verso il Pomagagnon (cartolina G. Ghedina, anni '40, raccolta E.M.) |
Con la Costa, Richebuono ha un certo feeling: oltre ad aver dedicato alla 5^ Cengia, che vi sale da sud, la lunga poesia in ampezzano El barancio de ra Cuinta Cenja, il 6.7.1950 - come giovane cappellano della Parrocchia - in occasione dell'Anno Santo guidò in vetta 40 ragazzi dell'Azione Cattolica, portando i segmenti di una grande croce di legno e lamiera che fu benedetta e collocata sul punto più alto.
Il 9.7.2000, per il 50° della lodevole iniziativa, lo storico (allora poco meno che ottantenne) tornò con alcuni amici del Cai Cortina a rivedere la cima e la croce, che da poco sostituiva quella originaria, rovinata dal maltempo.
Tecnicamente, oggi che la 5^ Cengia non è più molto agevole, sulla Costa del Bartoldo da nord può salire comunque un escursionista, purché dotato di un po' di esperienza e avvedutezza: prima per un vallone detritico e romantico pascolo di camosci, poi per un diedro-canale inclinato di roccia levigata dall'acqua, che porta in cresta.
Oltre alla romanzesca salita di Biagio di Col, chissà quanti bracconieri, cacciatori, militari, topografi potrebbero essersi spinti lassù, prima del 31.7.1900!
Quel giorno, infatti, i membri della “Squadra della Scarpa grossa” Glanvell, Saar e Domènigg, dopo aver percorso la cresta che unisce la Croda del Pomagagnon alla Costa, calarono in Val Granda per il diedro inclinato, testimoniando così la “prima discesa" di quello che oggi è l'accesso escursionistico, per quanto non banale, alla cima.
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