Scrivo ancora del luogo detto Madonna della Solitudine, perché da poco esso possiede un nuovo orpello: una targa di bronzo a ricordo del Bivacco Pia Helbig Dall'Oglio, eretto dalla Fondazione Berti per iniziativa dell'Accademico del Cai Marino Dall'Oglio all'imbocco della Val Montejèla, inaugurato il 19 settembre 1965 e demolito nel 2013 dal Cai Cortina per vetustà e anni di cattivo utilizzo.
Pochi sapranno che in quell'angolo del gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo c'è una statuina sacra; altrettanto pochi poi conosceranno l'origine del suo nome, promosso a toponimo e registrato in carte e pubblicazioni.
Siamo a 2000 m di quota, alle falde delle Jeràlbes ("ghiaie bianche", in realtà rocce grigio-rossastre) che sostengono a nord-ovest la Val Montejèla, cuore del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.
Qui il sentiero che sale da Ra Stua si sdoppia. Lasciato a sinistra quello numerato con lo 0 (ufficialmente interdetto dal Parco), che presso la croce dedicata al pastore Simone Alverà "Grisc" s'innesta in quello diretto a Fòsses, esso supera un ripido declivio erboso e termina nel sito in cui sorgeva il Bivacco.
Sul bivio, in una nicchia delle Jeràlbes, il 29 settembre 1946 gli ampezzani Illuminato de Zanna "Bianco" e Guido Ghedina "Ponùco" si recarono a collocare di propria iniziativa una statua della Vergine.
Il gesto risale ormai a decenni fa: da lungo tempo i due autori dimorano nel mondo dei più, ma la statuetta veglia sempre sui passanti, ha dato il nome al luogo e alla fine del '900 ne è stata "rotta" la solitudine, murandole accanto una piastrella dipinta a ricordo di una giovane defunta.
Da poco poi, ai piedi della Madonna il Cai Cortina ha aggiunto una targa per ricordare il Bivacco demolito e il suo finanziatore. La parete si è così riempita di simboli, incluse le scritte ormai stinte con le iniziali di de Zanna e Ghedina, le date di collocazione della statuina e dell'ultima visita di Illuminato, salito lassù a 86 anni nel 1982. Non mancano neppure le tracce di una vecchia via di Eugenio Cipriani, e si spera che a questo punto sia sufficiente.
La Madonna della Solitudine sulle Jeràlbes (foto Roberto Vecellio, giugno 2017) |
Aggiungo che anni fa il luogo fu al centro di una "bufala". Qualcuno equivocò, avendo raccolto chissà dove il toponimo Val Ponùco, giudicandolo autoctono e antico, e volendo cimentarsi nell'etimologia di quel presunto, oscuro relitto linguistico. Era solo un "pesce d'aprile": il nome della fantomatica valle era lo stesso della famiglia, oggi non più presente, di Guido Ghedina, diffuso da qualcuno per burla con ottimo risultato.
Nel rispetto della storia, della cultura e delle persone, la statuina - una delle molte testimonianze sacre sparse in Ampezzo - andrebbe vigilata e tenuta in ordine. O perlomeno, sarebbe bene mantenere e valorizzare il toponimo, nato dalla fede di chi collocò la Madonna, ringraziandola per la fine della guerra e degli anni bui che avevano coinvolto anche la valle di Cortina.
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