Un'immagine scattata da casa negli ultimi giorni d'autunno prima dell'arrivo della neve, al crestone di Mondeciasadió - dagli anni '30 denominato (Monte) Faloria, che si estende verso il Passo Tre Croci - mi ha fatto tornare in mente un'avventura riferitami anni fa da un amico comune.
Dal crestone scende verso Màndres una pala rocciosa (in verità, più un diedro-canale) che taglia l'intero versante in destra orografica della funivia. Quasi sicuramente il canale non ha mai attratto alcuno, tranne i camosci: ma, in un inverno in cui era ben coperto di neve, suscitò la curiosità del giovane Marco S. Qualche tempo fa, ho incontrato il giovane di allora: gli ho ricordato l'episodio, che aveva ancora presente, e lui mi ha reso volentieri partecipe di quella sua piccola “impresa”.
Il compaesano scese con gli sci il canale, che avrà un dislivello di almeno 400 metri e mi piace citare come "Pala di Marco", appena sedicenne. Era il 1976: in quegli anni Don Claudio, dinamico cappellano di Cortina e sciatore abile e spericolato, stava segnando nuove linee sulle pareti e nei canali più ripidi della conca, e Marco pensò: “Se lo fa lui, perché non posso farlo anch'io, visto che sugli sci me la cavo piuttosto bene?”
Così quell'inverno si misurò con la pala, o canale sul Mondeciasadió: non per una, ma per due volte, e in un'occasione - tra l'altro - era solo, poiché il suo "socio" aveva dato forfait.
La "Pala di Marco" sul Mondeciasadió, in un
bel pomeriggio di novembre 2017 (foto E.M.)
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Non dunque un'impresa straordinaria, ma forse una prima sci-alpinistica, in un luogo che non so se abbia un nome preciso, e non è passato alla storia come altri canali e pareti della zona. Una discesa quasi "estrema" di quaranta anni fa, compiuta una volta in neve fresca e l'altra su neve crostosa e dura, incontrando anche un salto roccioso scoperto, che impose una derapata e un salto di 5-6 metri: e questo fu tutto.
Chissà se dopo Marco S., altri si saranno infilati ancora in quel budello: ma per lo sport locale la cosa ha poco rilievo. L'amico ricorda invece un ultimo particolare: quando gli addetti alla funivia notarono che si stava avviando da solo al suo obiettivo, si agitarono un po': ma lui non si scompose minimamente.
"A sedici anni - ha concluso sorridendo - facevamo queste e anche altre cose, senza tanto pensarci su!"
Ciao, mi sembra che i freeriders chiamino qulla pala con un altro nome. Prova a chiedere a Mario Moro, aveva un disegno con i nomi di tutte le discese da Ciasadiò.
RispondiEliminaGrazie Claudio.
EliminaSai già che io sono legato alle nostalgie di un tempo: "Pala di Marco" è un nome che ho inventato io per identificare il luogo che vedo da casa, però mi fa piacere che ci siano altri che lo conoscono, hanno disceso quello e altri canali nella zona.
Buon lavoro.
Ernesto