La storia turistica, soprattutto impiantistica, di Cortina non può dimenticare Giulio Apollonio, deus ex machina della Freccia nel Cielo, una delle funivie più importanti d'Italia che permette di guadagnare senza fatica la Tofana Seconda o di Mezzo – cima più alta d'Ampezzo, simbolo alpinistico dal quale il 29.8.1863 Paul Grohmann schiuse con Francesco Lacedelli "da Melères" le porte alla conquista dei monti della valle - e godere da lassù di un colpo d'occhio senza pari.
Giulio - classe 1896 - si laureò nel primo dopoguerra in ingegneria. Buon rocciatore, il 9.9.1920 compì con Angelo Dibona, Isidoro Siorpaes Péar e Fritz Terschak la prima salita "in Ampezzo italiana" della via Eötvös-Dimai sulla parete S della Tofana di Rozes. Il 3.8.1922, con Dibona, Enrico Gaspari e Agostino Cancider, fu tra i secondi salitori, a tredici anni dall'apertura, dello spigolo Jori della Punta Fiames, una delle più severe scalate dolomitiche dell'epoca.
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Seguendo la tradizione familiare, che vide lo zio Annibale tra i fondatori della Società Alpinisti Tridentini (di cui fu consigliere nel decennio 1881-90) e il progettista dei primi singolari rifugi “a cubo” del Trentino, Giulio Apollonio presiedette la SAT nel 1942-44 e 1949 e ne fu consigliere nel 1934-41, 1948 e nel triennio 1950-1952. Gran parte della sua attività professionale fu rivolta alla progettazione e al restauro dei rifugi alpini, e il suo impegno confluì nello studio “Come costruire i nostri rifugi”, presentato al LXX Congresso del Club Alpino Italiano, svoltosi a Lucca nell'estate 1958.
Il nome dell'ingegnere è legato soprattutto a un fortunato modello di bivacco in legno e lamiera per il ricovero di alpinisti ed escursionisti. Apollonio lo ideò durante la seconda guerra mondiale e lo attuò a Cortina nel 1954, inaugurando il bivacco fisso a Forcella Grande, tra le crode di Fanes: dedicato a Gianni Della Chiesa, il manufatto fu poi demolito per vetustà e utilizzo inappropriato nel 2013. Il ricovero modello Apollonio, dell'ampiezza media di 6 mq, non era a semibotte come quelli installati nelle Alpi Occidentali fin dagli anni Venti del '900, ma a parallelepipedo con tetto arcuato e 9 brande che, rovesciate, diventano ripiani e tavolini; una novità era il sistema di areazione, assicurato da una presa d’aria sulla porta e uno sfiatatoio sul tetto.
Comproprietario del Grand Hotel Savoia, in esercizio nel 1923, e presente a Cortina anche in ambito amministrativo, negli anni Sessanta Giulio promosse il progetto della funivia in tre campate dallo Stadio Olimpico del Ghiaccio a 3195 m, sotto la vetta della Tofana. Lo seguì e poté vederlo terminato nell'estate 1971.
Morì il 9 agosto 1981, lasciando all'alpinismo e alla valle nativa una cospicua eredità tecnica, culturale e di accoglienza in campo turistico.
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