Famosa bizzarria naturale, si trova in un luogo che trasuda aria di leggende ed è un balcone panoramico insolito e una meta non banale.
Mi riferisco al Busc (buco) de r’Ancona, apertura ovoidale alta una quindicina di metri che trafora lo spallone roccioso tra le Ciadénes e la cima della Croda de r’Ancona, nel gruppo dolomitico della Croda Rossa.
Non è certamente l’unica peculiarità del genere nelle Dolomiti, ma probabilmente è una delle cavità più massicce e meglio osservabili. Un luogo strategico per scorgerla è senz'altro la SS 51 d'Alemagna tra Podestagno e Ospitale, oppure la sottostante ex sede ferroviaria.
La Croda de r'Ancona con la cresta est,
dalle pendici della Pala del Asco (foto E.M.)
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Dal Busc al ponte stradale sul Ru de r’Ancona scende per 600 m di dislivello un franoso impluvio detritico, privo di tracce e percorribile, ma con molta attenzione. Come per altre realtà alpine, anche questo Busc possiede la sua brava leggenda, secondo la quale l’apertura sarebbe stata forzata a cornate dal diavolo, allontanato dalla valle d'Ampezzo - che aveva tentato di convertire a suo favore - grazie al provvidenziale intervento di un pievano.
Dal punto di vista panoramico, per avere un’idea di quel finestrone l’unica cosa è salire a vederlo. Il sito, per sua fortuna, non è ancora troppo usurato, e vi si può arrivare per verdi e detriti con tracce militari dalla carrareccia - oggi predominio dei bikers più che dei pedoni - che risale la Val di Gotres fino a Forcella Lerosa, o scendendo lungo la cresta est della Croda de r’Ancona. Un tratto della cresta è attrezzato (ATTENZIONE: non è una via ferrata collaudata secondo gli standard, come fa credere una scritta in vernice sulle rocce sommitali!) e, quantunque breve e non troppo difficile, si svolge su terreno malsicuro ed esposto.
A questo punto non resta che invitare i curiosi sul Busc de r’Ancona, peculiarità inserita in un Parco Naturale che può essere apprezzata con l'equipaggiamento, la pratica, la disinvoltura e il rispetto che richiede e merita. Se poi - non pago della scoperta - qualcuno decidesse d'impelagarsi nella discesa verso la SS 51, a quanto detto sopra si deve aggiungere un buon paio di calzature, robusti polpacci e un minimo d’occhio nell'intuire i passaggi meno evidenti.
Sicuramente la zona ha un grande pregio, e non ci si aggirano ancora le folle cafone che stanno minacciando la salute di altri luoghi: non è detto però che, disturbato, nei paraggi non si faccia rivedere ... il diavolo!
Mi rifaccio vivo dopo un sacco di tempo, perché il tema mi è molto caro. Mi scuso per la prolungata assenza dovuta soprattutto a motivi di lavoro e a... l'ingrandimento della famiglia!
RispondiEliminaIl Busc de r'Ancona, di cui appresi l'esistenza da un libro di Armando Scandellari, è una delle mete che rimase per più lungo tempo in cima alla lista dei "sogni", prima di riuscire a visitarlo. Ora che l'ho raggiunto più volte da tutti i versanti, gli rimango comunque molto affezionato e torno sempre con piacere nei suoi dintorni (merito forse dell'ambiente particolarmente bello e accogliente che caratterizza tutta la dorsale delle Ciadénes).
In tema di dimensioni continuo invece a sospettare che un arco particolarmente grande si trovi in un angolo remotissimo di Cortina: sulle Pale Erte, sotto le cime di Furcia Rossa. In particolare, si trova nella dorsale che separa due canaloni contigui e, a causa delle pareti rinserrate dei canaloni, lo si riesce a osservare solamente dalla Croda del Valon Bianco in determinate condizioni di luce. Da quando ne scrissi in una risposta ad un post, non ho ancora avuto occasione di andarlo a visitare. Ne appresi dell'esistenza da una foto di Dario Bellodis (www.bellodis.com), che evidentmente riuscì ad avvicinarlo; la foto mi richiese comunque mesi di riflessioni per capire esattamente dove si trovasse. Ho provato a chiedere anche a "navigati" esploratori (ampezzani) di luoghi reconditi dei dintorni di Cortina, ma a parte quella foto ad oggi nessuno mi ha saputo dire niente di più. Prima o poi farò come San Tommaso e andrò di persona.