Cima Cason de Formin, dal sentiero 434 (C. Bortot) |
Le mie montagne, con la loro storia e le vicende di chi le ha vissute e amate e oggi le conserva nei pensieri: anzitutto le montagne ampezzane, ma qualche volta anche altre. Berg Heil!
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50 anni del Diedro Dallago sulla Cima Cason de Formin
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Hans, storico gestore del "Fonda Savio" (1935-2020)
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Il rifugio Fonda Savio e la Cima Cadin del R ifugio (foto B. Contin) |
1 set 2020
1° settembre, sullo Spigolo Dibona
Quanto può contare per qualcuno, lasciare il proprio nome su uno dei tanti libri di vetta che costellano i nostri monti? Molto, e lo dico con convinzione. Il fatto è questo: il 1° settembre di qualche anno fa, salimmo in tre lo “Spigolo Dibona” della Cima Grande di Lavaredo.
Una via famosa, che personalmente non ricordo troppo difficile; ritenuta un po' rischiosa per le scariche di sassi smosse da chi sale, riveste un grande rilievo storico, legandosi ad una figura importante per l'alpinismo, Angelo Dibona, e fu una piacevolissima esperienza.
Giunti sul cengione sotto la cima, il tempo stava cambiando velocemente, ma l’amico Renzo (che aveva già superato la cinquantina ed avrebbe potuto essere nostro padre) volle a tutti i costi salire in vetta, per vedere la croce e firmare il libro.
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L'amico Renzo (1933-2010, foto archivio R .A.) |
Gli interessava il panorama che si gode da lassù; disse che forse sulla Grande non sarebbe mai più salito, e dunque avrebbe gradito lasciare il suo nome su una vetta, che spesso gli alpinisti saltano, giudicandola superflua.
Fummo d'accordo: giunti alla croce firmammo il libro, facemmo merenda e, visto il cielo ormai nero, ci affrettammo a scendere. Lungo il ritorno - in cui incrociammo altre cordate - sopravvenne un furioso temporale, che ci bagnò fino alle ossa, trasformò la parete in un torrente, complicò le manovre di corda e tutto quello che ne consegue.
Giurammo che, se fossimo giunti a terra incolumi, avremmo festeggiato come si deve lo scampato pericolo: e così
fu. Da Molin a Misurina facemmo incetta di tè, tè con rum, vino e infine grappa, tanto che la discesa verso casa... divenne molto più alpinistica
della salita.
L’amico se n'è andato dieci anni fa. Quando ci incontravamo, seppure a distanza di tempo, i nostri discorsi vertevano quasi sempre sull'unica ascensione fatta insieme, sulla cima che lui non rivide più, sul furioso temporale, sulla storica "balla" che ci portammo a casa.
Per noi giovani, ma soprattutto per lui, quella domenica sullo Spigolo Dibona penso abbia costituito senza dubbio un ricordo incancellabile.
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