Il 27 agosto si è spento Hans Pörnbacher, storico gestore del rifugio Fonda Savio.
Guida alpina e maestro di sci originario della Valle Aurina, uomo di montagna schietto e affabile, si è addormentato nella sua Campo Tures a due mesi dall'85° compleanno.
Noto fra i suoi paesani come “Öler-Hons”, a metà degli anni '60 aveva rilevato dal precedente gestore, il rifugio al Passo dei Tocci sui Cadini di Misurina, aperto dalla Sezione XXX Ottobre del Cai di Trieste nel 1963 e intitolato ai fratelli Paolo, Piero e Sergio Fonda Savio, nipoti dello scrittore Italo Svevo, caduti durante la 2^ guerra mondiale.
Con la moglie Lina e i figli Marianna e Florian, che poi gli è succeduto, Pörnbacher condusse il rifugio fino a qualche anno fa, ritirandosi quindi a vita privata nella casa di Campo Tures.
Per ricordarlo, sconfino nel personale, ed estendo il mio ricordo anche ai familiari di Hans che ho conosciuto. Dopo aver visitato il rifugio già dalla prima gioventù per escursioni e ferrate, nel quindicennio 1981-96 salii per diciannove volte - con una serie di amici – la classica e piacevole via Mazzorana-del Torso sulla fessura sud della Torre Wundt, torrione dolomitico a poca distanza dal rifugio.
Il rifugio Fonda Savio e la Cima Cadin del R ifugio (foto B. Contin) |
Ogni qual volta si giungeva su al Fonda Savio per arrampicare o solo per camminare, era un'abitudine passare alla capanna per gustare l’ottimo strudel di Lina e una buona birra, e non mancavano mai due battute con i gestori.
Ricordo che Hans, al quale avevo detto della mia parentela diretta con Lino Lacedelli, anche lui affezionato alla zona, vedendomi mi accoglieva, con il suo marcato accento tirolese, quasi sempre così: “Lazzedèli, come stai?” oppure “Sei venuto su per la tua Tore?”
Ricordo con simpatia il valente rifugista e saluto la famiglia, che gli è stata vicina fino alla fine; pur non avendo da qualche anno l'occasione di raggiungere un rifugio che ho amato più di altri, rivedo ancora la figura di Hans, le sue parole e i suoi consigli.
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