11 nov 2020

Pfalzgauhütte, il rifugio dolomitico costruito quattro volte

L’8 agosto 1891, ai piedi del circo da cui escono le acque che alimentano il lago del Sorapis, scavato nella roccia e privo di emissari superficiali, attraversano poi sottoterra la soglia rocciosa del ripiano glaciale e confluiscono nella cascata del Pis (per questo, il soprastante massiccio roccioso si chiama «Sora-Pìs» e non «Soràpis»!) apriva le porte la Pfalzgauhütte. 
Terzo rifugio alpino d’Ampezzo dopo il Sachsendank ed il Tofana, posto a 1928 m. sul confine tra il Tirolo e l’Italia, il rifugio era stato promosso dal Club Alpino Tedesco-Austriaco di Pfalzgau, una cittadina del medio Reno. Vi si saliva, e ancora vi si sale, per almeno tre sentieri: da Federavecchia di Auronzo inerpicandosi a fianco della cascata; dal Passo Tre Croci, scavalcando lo zoccolo delle Cime del Lòudo con un tracciato facilitato in alcuni punti; dalle Crepedèles (oggi detti Tondi di Faloria), attraversando il Ciadin del Lòudo lungo un sentiero aperto nel 1903, munito anch'esso di qualche fune metallica. 
Il primo edificio non ebbe però fortuna. Trovandosi in una conca ombrosa e soggetta a grossi accumuli di neve (giusto un mese fa, l'11 ottobre, lassù se ne misuravano addirittura 65 centimetri!), nella primavera 1895 fu distrutto da una valanga, e subito spostato un centinaio di metri più a nord, in una posizione riparata. 
Il rifugio Pfalzgau,
con la Zesta sullo sfondo (archivio E.M.)
 
Nel 1913 però la capanna era di nuovo inagibile. Dopo la guerra fu assegnata alla Sezione di Venezia del Cai, che la ricostruì intitolandola a Cesare Luigi Luzzatti e la riaprì il 22 giugno 1924. Sulla parete della 2^ Sorella, proprio alle sue spalle, il 26/27 agosto 1929 i triestini Emilio Comici e Giordano Bruno Fabjan aprirono la prima via italiana di VI grado nelle Dolomiti. 
Ribattezzato nel 1939 Rifugio Sorapis in base alle leggi razziali, il Luzzatti non subì danni nel 2° conflitto mondiale e poté così riaprire nel 1947; il 18-19 ottobre 1959, però, fu vittima dell’ennesimo, inaspettato incendio. Rifabbricato per la quarta volta e aperto il 18 settembre 1966, contemporaneamente alle vie attrezzate che permettono di fare il giro del gruppo del Sorapis, è stato dedicato al veneziano Alfonso Vandelli.
Storica base per salire la Punta del Sorapis per l’antica via Grohmann, o per la più difficile via Müller, entrambe cadute nel dimenticatoio, da molti anni il rifugio è gestito da famiglie auronzane. 

Nessun commento:

Posta un commento

Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria

Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, Sachsendank 1883 Nuvolau 2023. 140 anni di storia e memoria , pp. 96 con foto b/n e a colori, Cai Cortina...