Penso, con un po' di soddisfazione, di essere stato uno dei non moltissimi salitori di una cima che, all’epoca, trovai molto gratificante.
Sto parlando della Torre Lagazuoi, sui monti di Fanes, sulla quale mi portò Enrico in un pomeriggio di luglio del lontano 1981, per la via degli Scoiattoli. La via, aperta da Ettore Costantini, Luigi Ghedina, Ugo Samaja e Mario Astaldi esattamente tre quarti di secolo fa, l’8.9.1946, si sviluppa per quattro lunghezze di roccia solida, anche se sporca.
Foto S. Caldini |
Ricordo che sull’itinerario, lungo una parete e un marcato spigolo che ci offrirono una giornata divertente, trovammo pochi, ma buoni chiodi, sicuramente risalenti ai primi salitori. La via ci piacque, ma soprattutto non ci lasciò indifferenti l’aver toccato la sommità di quella guglia, evidente per chi frequenta la zona del Lagazuoi, eppure non troppo calpestata.
Sulla cima ci accolse una piccola piramide di sassi coperta di licheni ed “antica”, allora, di trentacinque anni: per la discesa, ignorando le raccomandazioni generiche della guida “Berti”, attrezzammo alcune calate a corda doppia, infilandoci in un canalone scosceso e giungendo sani e salvi a casa quasi al buio.
Mi pare anche di ricordare che, dopo gli Scoiattoli, qualcun altro abbia tracciato una variante alla loro via, o una via nuova sullo stesso versante, dove peraltro mi pare ci sia poco spazio per scoperte. La Torre Lagazuoi rimane una delle cime che avemmo la ventura di conoscere e dove trascorremmo una bella giornata, animati dall’entusiasmo, dallo stupore e dalla voglia di fare dei nostri vent’anni.
Mi conforta rivivere quell’avventura, che fu una delle tante scoperte dei miei anni ‘80. Se anche l'avessi risalita ancora, sono certo che non avrebbe avuto lo stesso sapore.
Nessun commento:
Posta un commento