Per chi non s'intende di sci, non è facile recensire un libro di discese sulla neve, ma lo si vuole fare qui ugualmente, perché il libro è molto ben fatto. Presentiamo quindi volentieri la guida che Francesco Vascellari, dinamico editore bellunese titolare di "Vividolomiti", dedica allo «Scialpinismo Freeride e Ciaspole a Cortina Tre Cime Cadini e Dolomiti d’Ampezzo. Cortina e Misurina».
La copertina della nuova guida |
Ponderoso e ricco d'immagini, il libro descrive 200 itinerari, a vari livelli, di sci alpinismo, sci ripido e con le racchette da neve. 21 di essi si svolgono nel gruppo della Croda da Lago-Cernèra, 20 tra Fanis e Lagazuoi, 5 nel'area della Tofana, 21 intorno alla Croda Rossa, 24 tra il Cristallo e il Pomagagnon, 7 in Faloria-Marcóira, nel settore ampezzano del gruppo del Sorapìs, 30 tra le Tre Cime di Lavaredo ed i Cadini di Misurina: tirando le somme, così non si arriva a 200, solo perché molte discese sono doppiate o triplicate, e l’autore descrive e numera anche circa 70 varianti.
Una parte degli itinerari è già nota al popolo degli sciatori, che esordirono nelle Dolomiti d'Ampezzo già nel primo decennio del secolo XX, salendo sulla Croda del Béco, sulle Lavinòres e su altre cime, ma vi sono anche alcune nuove e difficili scoperte. Da profani del fuoripista, ci asteniamo dal formulare giudizi di merito e classifiche delle scelte presentate dall'autore in questa guida, peraltro spesso percorribili e gratificanti anche in veste estiva.
Il libro è organizzato in schede, ognuna con indicazioni esaurienti e il più aggiornate possibile per uscire dalle piste battute avventurandosi tra neve, ghiaccio, roccia, sole e silenzi sempre con un occhio ai rischi dell’ambiente invernale, che va avvicinato con capacità e attenzione, se non col sussidio di esperti.
Sfogliando l'elenco degli itinerari proposti da Vascellari, ottimo scialpinista con varie prime all'attivo, e augurando a questa guida la massima diffusione ed apprezzamento tanto più dall’inverno 2021/22, che segue un periodo di blocco sportivo forzato e doloroso, fa piacere scoprire che la discesa n. 96.5 riguarda la «Pala de Marco», un ripido diedro-canale sul versante del Faloria rivolto a Cortina.
Il toponimo fu proposto da chi scrive su questo sito, il 24.11.17: Marco Schiavon, autore della prima e seconda (?) discesa in solitaria della Pala nell’inverno 1976/77, fu molto gratificato dalla dedica che gli avevamo fatto ricordando la sua avventura giovanile. Purtroppo l'amico ci ha lasciato due anni più tardi, dopo una lunga malattia, e ci piace ricordarlo sempre lassù sulla sua Pala.
Sono lieto che lo sfortunato Marco possa essere ricordato da quella pala, impraticabile d'estate ma così gratificante d'inverno da essere citata in questo bel libro.
RispondiEliminaGrazie di cuore del pensiero.