7 dic 2021

Nuova guida di ViviDolomiti allo scialpinismo, freeride e ciaspole a Cortina, Tre Cime, Cadini e Dolomiti d’Ampezzo,

Per chi non s'intende di sci, non è facile recensire un libro di discese sulla neve, ma lo si vuole fare qui ugualmente, perché il libro è molto ben fatto. Presentiamo quindi volentieri la guida che Francesco Vascellari, dinamico editore bellunese titolare di "Vividolomiti", dedica allo «Scialpinismo Freeride e Ciaspole a Cortina Tre Cime Cadini e Dolomiti d’Ampezzo. Cortina e Misurina».
La copertina della nuova guida
Ponderoso e ricco d'immagini, il libro descrive 200 itinerari, a vari livelli, di sci alpinismo, sci ripido e con le racchette da neve. 21 di essi si svolgono nel gruppo della Croda da Lago-Cernèra, 20 tra Fanis e Lagazuoi, 5 nel'area della Tofana, 21 intorno alla Croda Rossa, 24 tra il Cristallo e il Pomagagnon, 7 in Faloria-Marcóira, nel settore ampezzano del gruppo del Sorapìs, 30 tra le Tre Cime di Lavaredo ed i Cadini di Misurina: tirando le somme, così non si arriva a 200, solo perché molte discese sono doppiate o triplicate, e l’autore descrive e numera anche circa 70 varianti.
Una parte degli itinerari è già nota al popolo degli sciatori, che esordirono nelle Dolomiti d'Ampezzo già nel primo decennio del secolo XX, salendo sulla Croda del Béco, sulle Lavinòres e su altre cime, ma vi sono anche alcune nuove e difficili scoperte. Da profani del fuoripista, ci asteniamo dal formulare giudizi di merito e classifiche delle scelte presentate dall'autore in questa guida, peraltro spesso percorribili e gratificanti anche in veste estiva.
Il libro è organizzato in schede, ognuna con indicazioni esaurienti e il più aggiornate possibile per uscire dalle piste battute avventurandosi tra neve, ghiaccio, roccia, sole e silenzi sempre con un occhio ai rischi dell’ambiente invernale, che va avvicinato con capacità e attenzione, se non col sussidio di esperti.
Sfogliando l'elenco degli itinerari proposti da Vascellari, ottimo scialpinista con varie prime all'attivo, e augurando a questa guida la massima diffusione ed apprezzamento tanto più dall’inverno 2021/22, che segue un periodo di blocco sportivo forzato e doloroso, fa piacere scoprire che la discesa n. 96.5 riguarda la «Pala de Marco», un ripido diedro-canale sul versante del Faloria rivolto a Cortina.
Il toponimo fu proposto da chi scrive su questo sito, il 24.11.17: Marco Schiavon, autore della prima e seconda (?) discesa in solitaria della Pala nell’inverno 1976/77, fu molto gratificato dalla dedica che gli avevamo fatto ricordando la sua avventura giovanile. Purtroppo l'amico ci ha lasciato due anni più tardi, dopo una lunga malattia, e ci piace ricordarlo sempre lassù sulla sua Pala.

1 commento:

  1. Sono lieto che lo sfortunato Marco possa essere ricordato da quella pala, impraticabile d'estate ma così gratificante d'inverno da essere citata in questo bel libro.
    Grazie di cuore del pensiero.

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