Nel luglio 1994 mi misi in testa
di festeggiare a modo mio un centenario alpinistico minore.
Volevo salire sulla
Punta Marietta, il torrione che spicca sul dorso orientale della
Tofana de Rozes e si vede bene dal versante S della conca
d’Ampezzo.
Battezzata "Marietta" durante la 1^ Guerra Mondiale dai militari italiani, che la occuparono a scopo strategico il 2/8/1915, il torrione era stato conquistato il 4/7/1894 da J.
Müller con Angelo Zangiacomi Şacheo, ampezzano, e Luigi
Bernard, fassano. Pare però che le due guide l'avessero già
salito, per spianare la strada al cliente.
Dopo di allora, vi fu aperto un secondo itinerario di salita dal cadorino Oliviero
Olivo (1923), e - pare - un terzo da
Bruno Menardi Gim, guida e custode del Rifugio Cantore tra gli
anni ’60 e '70.
photo: courtesy of www.frontedolomitico.it |
Saliti al Rifugio Giussani, rimontammo così il friabile ghiaione a destra della Punta e ci aggirammo sul
versante N, dove doveva esserci l’attacco, che a dire il
vero non riuscimmo a intuire. Andammo allora a cercare la Via Olivo, a sinistra di una parete gialla e verticale, sotto
una colata nera da stillicidio d’acqua. Questo lo scoprimmo, e
così – convenientemente attrezzato - mi avventurai per primo
sull’esposta traversata orizzontale che dà il la alla via. Dopo trenta metri la qualità della roccia mi convinceva assai poco e così, spaziando con lo sguardo a destra e sinistra, tormentato dai
dubbi e dal freddo pungente di quella mattina d’inizio estate,
decisi seduta stante di lasciar correre.
Facemmo merenda sulla silenziosa forcella fra la Punta e la Tofana, ancora bianca di neve, e poi scendemmo a S per un bel ghiaione con salti rocciosi. Incrociata l'ardita ed esposta cengia utilizzata per il rientro da chi percorre il 1° Spigolo di Rozes, per essa tornammo al Giussani, dove una birra santificò la delusione di una giornata riuscita solo a metà ma ugualmente
remunerativa.
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