La presenza nello stimolante archivio storico del Cai Cortina di un libretto, collocato lungo la via
Alverà-Menardi sullo spigolo SE del Col dei Bòs (che qualche fonte denomina ancora oggi, impropriamente, Cima Bois) e rovinato anzitempo dalle intemperie, mi ha fatto retrocedere di qualche decennio, alle mie esperienze dell'itinerario in oggetto.
Superai la via (300 m, 5° grado, ore 6, secondo la relazione della guida Berti 1971, che ai miei tempi si usava ancora con profitto) per tre volte, annotandone sempre date e compagni: maggio '79, con Enrico; agosto '80, con Stefano e Marco; giugno '87, con Mauro. Oggi,
nonostante la presenza di qualche protezione in più e l’affermazione di
qualcuno che ormai lo spigolo sarebbe "una via facile”, noto che una guida di scalate scelte classifica la strapiombante fessura a metà via, dove era facile vedere i sorci verdi, come un robusto 5° grado sup.
Via Alverà-Menardi, 1a cordata (foto: www.summitpost.org) |
Salito per la prima volta
dagli Scoiattoli Silvio Alverà “Boricio” (1921-86) e Luigi
Menardi “Igi” (1925-79) il 13 luglio 1947, lo spigolo del Col dei Bòs è sempre stato amato e frequentato, non solo dai locali. Di esso, a onor del vero, va rilevata una certa discontinuità nelle cordate, in cui si alternano tratti di difficoltà classica ad altri abbastanza ostici.
Oltre alla roccia buona e alla favorevole esposizione, che permette di salire anche nelle mezze stagioni, la via è degna di nota per il breve accesso (mezz'oretta dalla SR48 delle Dolomiti), Notevole è anche l’uscita in vetta, non aguzza dolomite ma morbida sommità prativa, che invita a stendersi per godere la “conquista”.
Il libretto dice che i salitori della via sono perlopiù veneti, tedeschi ed est-europei, e qualche ascensione è
ancora appannaggio delle guide di Cortina. La cosa fa piacere; è auspicabile che lo spigolo del Col dei Bòs che, quando nascevo (1958) all'ipotetico cliente di una guida costava 14.000 lire e non è ancora diventato una salita "plaisir", interessi sempre ad alpinisti da ogni dove, magari più dotati del sottoscritto.
Nelle mie salite, mi pare di avere amaramente capito che i più angusti passaggi dello spigolo non erano proprio
adatti a me.
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