Pur
se ha dimensioni contenute e la roccia non è ovunque solidissima,
sul Becco di Mezzodì (detto anticamente Sasso di Mezzodì, "ra
Zieta"), che fu la meridiana dei valligiani antichi, in pratica sono stati scalati ogni camino, diedro, fessura, parete o spigolo.
Dal 1872, quando Santo Siorpaes Salvadór scoprì la chiave per la cima accompagnandovi il cliente W.E. Utterson
Kelso, fino al 2009, quando Carlo Alverà e Federico Svaluto hanno
superato il grande tetto che sporge sul lato NO, sono almeno una ventina le vie e le varianti tracciate sulla vetta, che fa da confine fra
Cortina e il Cadore, un tempo era una meta "à la page" e oggi non patisce certo di eccessiva congestione.
Una delle
sue vie, però, ha avuto una certa notorietà ai primi del Novecento: il Camino Barbaria. Fino al 1908, infatti, l’offerta
del Becco si limitava soltanto alla via originaria; il 19 agosto di
quell'anno raddoppiò, con la salita del camino nord-ovest. Il
camino, di difficoltà piuttosto sostenute per l’epoca, fu percorso dalle guide
Bortolo Barbaria Zuchin (che amava
salire i camini delle Dolomiti, e ha lasciato il suo nome almeno a tre) e Giuseppe Menardi Berto,
uno degli oltre centotrenta ampezzani deceduti in tempo di guerra, con i clienti veneziani Francesco Berti e Lodovico Miari.
Becco di Mezzodì. Il Camino Barbaria sale fra il sole e l'ombra (foto I.D.F., 2014) |
Correggendo un errore ripetuto per decenni, che posizionava la prima
salita al 2 settembre 1908, ho scoperto sul libro di vetta che quel giorno invece sul
Becco i primi salitori del camino non c'erano, essendo passati due
settimane prima. La seconda salita del Barbaria si deve alle guide
Antonio Dimai Deo e Agostino Verzi Sceco con le sorelle Ilona e
Rolanda von Eötvös, il 31 luglio 1909; il 7 agosto 1910, infine, il ventenne Federico Terschak e A. Mayer compirono la prima salita senza
guide, e due settimane dopo la giovane guida fassana Francesco Jori effettuò la prima ascensione solitaria.
Il camino, che fino al settembre 1914 contava circa venticinque ripetizioni, manca in tutte le raccolte di
scalate dolomitiche di livello classico. Chi sale oggi sul Becco, credo lo faccia quasi soltanto per l'antica via di Siorpaes e Kelso, che riassume in sè e chiude la storia ultra centenaria di una montagna bella e dimenticata.
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