Già guardando da sud, dal ponte che scavalca il Rudavoi sulla strada tra Cortina e Auronzo, il Corno
d’Angolo si mostra abbastanza ardito e fotogenico.
Se lo si osserva invece dal Cason de Pousa Marza, graziosa baita di proprietà regoliera che sorge alle sue pendici, in un piccolo pascolo fra le crode, lo scorcio è ancora migliore: la prospettiva legittima il nome datogli in tempi non antichissimi, anche se mi sarebbe parso più corretto “Corno de Pousa Marza”, poiché la cima vigila sul pascolo omonimo come un'enorme sentinella di dolomia .
Ernesto in cima (foto A. C., agosto 2004) |
Da nord, infine, ossia dal catino di magro verde, ghiaia e massi dove andava a caccia il grande Michele Innerkofler e che dalla sella dell'ex Rifugio Popena si spinge fra le crode
fin quasi al Passo Popena, il Corno appare mansueto e la salita, non troppo nota né battuta, presenta ben pochi problemi per l'alpinista esperto.
Da questo lato, deboli tracce e qualche ometto lungo placche e scaglie inclinate guidano in vetta. Dal termine del catino, si risolve tutto in circa un quarto d’ora, non troppo impegnativo ma che richiede un po' di attenzione per la friabilità.
Il Corno ha una storia breve. 82 anni fa, un alpinista tracciò la prima delle tre vie che si contano sulle sue pareti. Era un personaggio illustre, Emilio Comici, che il 20 settembre del '33 superò con Sandro del Torso il giallastro spigolo sud, lasciando scritto che sul tracciato aveva trovato passaggi “friabili e pericolosi, perché difficilmente i chiodi tengono” …
Giunti sulla sottile, un po' instabile sommità, il panorama che si apre dal Piz Popena verso le Marmarole, dai Cadini di Misurina verso le Tre Cime e più lontano, è motivo di una certa emozione per chi calpesti le pietre più elevate.
Giunti sulla sottile, un po' instabile sommità, il panorama che si apre dal Piz Popena verso le Marmarole, dai Cadini di Misurina verso le Tre Cime e più lontano, è motivo di una certa emozione per chi calpesti le pietre più elevate.
Colpisce la serenità di quelle pareti e di quelle guglie dimenticate, di quel culmine solitario dove noi, amanti dei recessi appartati e poco attratti per abitudine da zone “più di moda”, ci siamo avventurati diverse volte, godendo sempre del Corno d'Angolo con soddisfazione.
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