Un fatto della storia dolomitica che merita di essere ricordato è l'ascensione invernale del Cristallo, prima cima della valle d'Ampezzo vinta d'inverno, in risposta alle importanti salite realizzate nello stesso periodo appena di là dal confine grazie alle forti guide di San Vito: Croda Marcora (novembre 1881), Antelao e Pelmo (gennaio-febbraio 1882).
Tentato dall'anglo-tedesco Moritz Holzmann col pioniere Santo Siorpaes, ma fallito per la troppa neve, il Cristallo d'inverno cedette a due valligiani: Bortolo Alverà de Pol e la guida Pietro Dimai Deo.
Pietro Dimai, Giovanni Siorpaes e Antonio Dimai a Ospitale, 1895 (raccolta E.M.) |
Bortolo, apparso e scomparso dalle cronache poiché non era un alpinista, ma l’I.R. Maestro Stradale (il cantoniere, responsabile della strada che sale a Misurina), e fu poi Presidente e Direttore della prima e unica banca con sede a Cortina, la Cassa di Depositi e Prestiti per Ampezzo costituita nel 1894, salì sul Cristallo con "Piero de Jènzio" il 22 novembre (secondo alcuni il 22 febbraio) 1882.
La guida aveva ventisette anni ed era patentata già da otto; il suo compaesano di anni ne aveva trentatré, e non è noto perché si fosse unito alla guida per un'impresa del genere.
Di certo la cordata incontrò un grosso ostacolo nelle temperature, dato che la via normale del Cristallo si svolge fra i 2800 e i 3200 m di quota, e oltre un secolo fa gli inverni erano veramente inverni.
D'estate, la cima è alla portata di alpinisti con piede fermo e avvezzi all'esposizione, ma si sa che d'inverno le pareti inclinate sono le peggiori, prova ne sia che la salita con la neve non ha avuto ripetizioni a iosa: una recente è quella di Mario Dibona Moro, Scoiattolo e guida che - alla fine degli anni '90 - in sei giorni traversò da solo in senso orario tutte le cime che attorniano la conca d'Ampezzo.
Non si sa come Piero e Bortolo videro dalla vetta la conca di Cortina, i villaggi, i boschi, i campi e i prati ammantati di bianco e immersi nel silenzio: un quadro degno di un presepe, che purtroppo nessuno raccontò per iscritto e oggi possiamo solo immaginare.
Fu l'inizio dell'alpinismo invernale nella valle, replicato nove anni dopo dallo stesso Piero col giovane cugino Antonio e l'intrepida olandese Jeanine Immink sulla più impegnativa, anche se meno elevata, vetta della Croda da Lago.
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