Al tempo dell'Università si andava spesso in Val Rosandra o sulla Napoleonica, due affascinanti ambienti a pochi chilometri da Trieste, dove si passeggiava e, quando possibile, si mettevano le mani sul ruvido calcare di guglie e paretine della zona.
Il 1° febbraio 1981, in una mattina dolce come sanno esserlo alcune mattine invernali carsoline (quasi come in questo strambo periodo sulle Alpi...), Enrico e io salimmo il Piccolo Cervino, una slanciata guglia della Val Rosandra, che per la sua forma appuntita richiama "il più nobile scoglio d'Europa", il sogno di migliaia di alpinisti sul quale purtroppo non sono mai arrivato.
Di quella piccola invernale prealpina, non facile ma così breve da non essere niente di tale, ho un ricordo lontano, riaffacciatosi comunque alla mente questa mattina, ricorrendone l'anniversario.
Di quella piccola invernale prealpina, non facile ma così breve da non essere niente di tale, ho un ricordo lontano, riaffacciatosi comunque alla mente questa mattina, ricorrendone l'anniversario.
Quel primo di febbraio, dunque, calcammo la vetta del Piccolo Cervino d'inverno; pago dell'"impresa" compiuta, il giorno dopo mi misi con rinnovato entusiasmo sul libro di Diritto delle Comunità Europee, superando con profitto l'esame di lì a due settimane.
Studiare, leggere, uscire in allegra compagnia con amiche e amici, spellarsi le dita sulle rocce: anni spensierati, che "volarono via corti come giorni"...
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