Ci si può arrivare dall'alto, affidandosi alla breve, rustica e mai collaudata “via ferrata”, che il tenace Giulio attrezzò per ammansire i salti che degradano dalla sommità della Croda de r'Ancona; o altrimenti salire dal basso, superando la costa di mughi e detriti sulla quale si scorgono ancora tracce di un accesso bellico, parcamente segnate in rosso. In entrambi i casi, il Busc de r'Ancona (Bus dell'Ancona, Bus d'Ancona nelle vecchie guide e nella cartografia) è un luogo che non può non indurre una certa suggestione.
Il pertugio naturale, alto almeno venti metri e modellato da millenni di gelo e disgelo nella dolomia grigio-rossastra della displuviale che sale verso la Croda che gli ha dato il nome, risalta evidente dalla sottostante Statale 51 d'Alemagna, poco oltre il cosiddetto "Tornichè" di Sant'Hubertus; il luogo riveste una certa rilevanza per la toponomastica come per l'escursionismo, per le leggende come per la storia militare.
Il Busc de r'Ancona si trova, infatti, al centro di una leggenda, riportata da Karl Felix Wolff per Ampezzo ma comune anche ad altri "fori" dolomitici e non; secondo Wolff sarebbe stato sfondato a colpi di corna dal diavolo inviperito, quando fu messo definitivamente in fuga dal pievano della valle ampezzana, che aveva invano tentato di allontanare dal Cristianesimo.
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Il luogo importa anche allo storico militare: durante la Prima Guerra Mondiale, ebbe una certa rinomanza strategica, poiché già nel 1915 sulla dorsale Ciadénes - Croda de r'Ancona fallirono, con un pesante costo di vite umane, gli assalti sferrati dall'esercito italiano al baluardo di Son Pouses.
Il Busc è, poi, una meta curiosa per una ristretta fascia di escursionisti, trovandosi lungo un collegamento per cresta, poco usurato e che si sviluppa fuori da tracce e carte, da Ospitale alla Croda de r'Ancona.
Il Busc è, poi, una meta curiosa per una ristretta fascia di escursionisti, trovandosi lungo un collegamento per cresta, poco usurato e che si sviluppa fuori da tracce e carte, da Ospitale alla Croda de r'Ancona.
Last but not least, lassù si è registrata una delle prime imprese di sci ripido d'Ampezzo. Nell'inverno 1984, infatti, Nina Ford valicò il foro da sola, scendendo per prima sugli sci lungo l'invaso detritico che, dopo circa seicento metri di dislivello, va a morire presso la Statale d'Alemagna.
Rilevante che sia per l'uno o l'altro motivo, il suggestivo foro piace comunque a molti, e noi cultori della wilderness ampezzana vi siamo tornati e lo pensiamo, sempre volentieri.
La traversata a piedi l'ho fatta varie volte, una volta trovando anche una bomba inesplosa. Con gli sci l'ho fatta due anni fa, è molto particolare perché è in un canale esposto a sud e fra roccia dai colori solari, completamente differente dall'ambiente che di solito si ha nei canali a nord. Avevo scritto qualcosa e messo un po' di fotografie qua: http://mtb-dolomiti.blogspot.com/2014/12/bus-de-rancona-traversata-e-discesa-sud.html
RispondiEliminaGrazie Claudio.
EliminaNon so se te lo ricordi, ma in una visita primaverile al Busc (1994 circa) ero con te e tuo padre Roberto. La traversata l'ho fatta anch'io tre o quattro volte, dal lontanissimo 1977 e fino all'ultima, in una bellissima giornata di novembre, di quelle perfette per stare in mezzo ai monti. Non sarà una gita da inserire fra le cento più belle delle Alpi, ma l'ambiente del Busc de r'Ancona paga davvero. Visto che non sono mai stato uno sci-alpinista, guarderò volentieri il tuo blog per vedere com'è d'inverno.
Ciao.