Oltre trent'anni fa, durante una gita con gli amici, godemmo di una compagnia singolare, quella di una ... capretta. Di quel 20 giugno 1981 ho ritrovato da poco la sola fotografia che possiedo, in cui mi rivedo accanto alla bestiola, sotto il nevischio incipiente.
La
gita che avevamo ideato consistette nella salita da Ra Stua a Fodara Vedla, e nella prosecuzione sulle tracce che rimontano il Valun Gran fino all'omonima forcella. Dopo un'opportuna sosta, dal valico scollinammo verso la meno alta, ma altrettanto aspra Forcella
Camìn, dalla quale per le Ruoibes de Inze scendemmo al Cason de Antruiles per ritornare infine al parcheggio di Ra Stua. Si trattò di un inedito anello, ripreso molti anni dopo da una rivista del settore, in
un ambito che oggi si trova a cavallo di due Parchi ed è rimasto solitario e ambientalmente prezioso.
Forcella Valun Gran, 20.6.1981, con Cinzia, Enrico L., Federico, Michele (raccolta E. Majoni) |
La
nota originale fu la capra marrone e bianca che, sottrattasi al controllo del pastore, ci seguì da Fodara fino a
Ra Stua, per quasi tutto il giro. Ricordo che il ghiaione del Valun Gran era ancora in parte innevato. Il
caprino se la cavò comunque con onore, ma scendendo per il canale che dà su Forcella Camìn, le pietre gli procurarono qualche ferita alle zampe: fu commovente veder trottare la nostra compagna di gita, lasciando - un passo sì e uno no - gocce di sangue nei detriti!
Non
fu comunque l'unica mia camminata in compagnia di animali: già alle Medie
ne avevo fatte con Nigritella, il cagnolino dei miei cugini, e nel 1974 salii anche una ferrata con un gatto. Quel 20 giugno, la capretta ci offrì la sua presenza per l'intera giornata, si lasciò coccolare e fotografare senza problemi e, una volta risaliti a Ra
Stua, sparì di colpo tornando alla sua vita in quota.
Non dubitammo che l’istinto le avesse fatto ritrovare subito la via di casa: oggi ricordo con piacere quella gita così originale, in cui non fummo certamente in grado di dialogare con la nostra partner, ma capimmo cosa significa “arrampicarsi come le capre” sulle instabili ghiaie del Valun Gran dove noi, cinque ragazzi sui vent'anni, faticammo di sicuro più della bestiola...
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